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Minacce No Vax: dal gruppo Telegram “Basta dittatura” messaggi minatori a Draghi, Sala e Mattarella. Ma non solo

Minacce dai no vax e no green pass: indagine sul gruppo Telegram “Basta dittatura”

Dal gruppo Telegram “Basta dittatura”, sono circolate minacce di no vax. La Digos di Torino indaga sui messaggi minatori.

Dopo l’operazione di perquisizione che ha coinvolto 16 città in tutta Italia, la procura di Torino ha iniziato un’indagine che riguardava il canale Telegram che riunisce i più sfegatati no vax e no green pass.

Il canale Telegram e le minacce no vax

Il canale Telegram, intitolato “Basta dittatura”, era nato poco dopo lo scoppio della pandemia. Ha raccolto decine di migliaia di adesioni ed è diventato il punto di riferimento organizzativo e foro di discussione per tutti coloro che hanno scelto l’odio invece che la scienza. Discussioni però che talvolta sono sfociate in minacce, odio, ribellione piene di rancore.

L’indagine sul gruppo Telegram

Secondo le indagini della Digos di Torino e della polizia postale la chat è diventata sempre di più uno spazio per l’odio permanente e una bacheca di incitamento all’odio e alla “commissione di gravi delitti”. Tra i più svariati messaggi della chat infatti compaiono espressioni come “impicchiamoli”, “gambizziamoli”, “uccidiamoli”, “marciamo su Roma”, “fuciliamoli”, “blocchiamo autostrade e treni”. I più sfegatati no vax e no green pass, condividendo “idee e proposte”, hanno così alimentato l’odio verso virologi, scienziati, giornalisti e gente vaccinata. Ma non solo: nel mirino delle minacce dei no vax anche il Presidente del Consiglio Mario Draghi. La propagazione di questi messaggi, inoltre, è anche considerata come la determinante di consistenti disagi nella gestione dell’ordine e sicurezza pubblica nelle piazze: i cortei no vax infatti sono diventati sempre più numerosi.

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Il gruppo “Basta dittatura” da cui arrivano le minacce è su Telegram

Chi c’è nel mirino delle minacce

Oltre a virologi, scienziati, giornalisti e persone che si sono vaccinate scegliendo il buon senso, nel mirino delle minacce no vax finiscono Mario Draghi, Beppe Sala, Sergio Mattarella e il ministro della salute Roberto Speranza. Ma i fatti vanno avanti da tempo: infatti lo scorso ottobre sono comparse le minacce di decapitazione al sindaco di Milano nei gruppi Telegram, rendendo pubblici anche il suo numero di cellulare e il suo indirizzo di posta elettronica. O come la minaccia al Presidente della Repubblica: “Mattarella va fucilato alla schiena”. E ancora la minaccia no vax più recente a Mario Draghi dove lo “vogliamo morto”. Così, nei gruppi Telegram, primo fra tutti il gruppo “Basta dittatura”, si diffondo messaggi minatori, che incitano all’odio e su cui ora le procure di numerose città italiane stanno indagando.

La chiusura di altri canali Telegram

Dopo la notizia delle perquisizioni e delle indagini sul gruppo Telegram “Basta dittatura”, si è diffusa anche la notizia nelle altre chat No Vax e No Green Pass. Tra i messaggi: “Ci stanno dando la caccia. Stiamo attenti. La verità fa male a questo governo”. E oltre a questo, emergono nuove proposte, come quella di organizzare un corteo di centinaia di persone ed entrare senza mascherina in un centro commerciale. La polizia postale ha chiesto, comunque, alla Procura torinese di avviare le procedure per l’oscuramento dei nuovi gruppi Telegram, dopo la chiusura di “Basta dittatura”, che contava 40 mila utenti.

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Gruppo Telegram “Basta dittatura” che conta 40mila iscritti

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