Dizionario Arte

miniatura

Termine che indica due tipi diversi di pittura: il primo è l’esecuzione di motivi decorativi o di vere e proprie immagini figurate in manoscritti miniati; il secondo si riferisce a piccolissimi dipinti indipendenti, soprattutto ritratti, che possono essere tenuti in una mano o indossati come un gioiello. La parola, nel primo significato, deriva dal latino minium ‘minio’, il colore rosso che nei primi tempi era tipico dell’iniziale ingrandita e ornata utilizzata per sottolineare gli ‘a capo’ nei manoscritti. Il secondo significato deriva dal primo.
Le miniature dei manoscritti possono essere di tipo diverso: la distinzione principale è tra pura ornamentazione e figurazione, che tuttavia si presentano spesso insieme sulla stessa pagina in diverse posizioni. Le figurazioni sono immagini o scene che possono essere incorporate nel testo oppure occupare l’intera pagina o parte del bordo. Le lettere iniziali possono contenere figurazioni e scene o soltanto elaborate decorazioni. Anche i bordi possono contenere figure ma più frequentemente sono occupati da motivi decorativi. Le miniature potevano estendersi alla totalità del testo oppure occupare solo una piccola parte del margine della pagina.
I testi sono scritti per la maggior parte su pergamena o cartapecora; solo dal XIV secolo venne usata la carta per le copie meno lussuose. I pigmenti erano solitamente mischiati con albume d’uovo e acqua, talvolta con l’aggiunta di tuorlo d’uovo o resina. Sebbene molti libri abbiano ornamenti eseguiti solo con contorni disegnati, la maggior parte sono completamente colorati. Dopo l’introduzione della stampa nella metà del XV secolo i libri miniati caddero in disuso, sebbene esemplari di rilievo siano stati realizzati ancora nel XVI secolo. Durante il XV e XVI secolo ornamenti in miniatura furono spesso aggiunti a libri stampati.
Le miniature di ritratti si svilupparono con la fusione delle tradizioni delle miniature medievali e delle *medaglie *rinascimentali, e probabilmente ebbero origine in Francia intorno al 1520. Nel 1526 si ha la prima attestazione di un riferimento a questo genere di opera: Margherita d’Alençon, sorella di Francesco I re di Francia, spedisce a Enrico VIII d’Inghilterra due medaglioni che, aperti, rivelano ritratti. Questi non sono giunti a noi, ma più o meno nello stesso periodo Lukas Hornebolte (1490-1544), fiammingo di nascita, cominciò a produrre miniature per la corte di Enrico VIII, una delle quali per lo stesso Enrico (Fitzwilliam Museum, Cambridge). Hornebolte era un artista mediocre, ma fu lui ad avviare la rinomata tradizione inglese nelle miniature e, stando a quanto racconta Van Mander, insegnò la tecnica a Holbein, il primo grande esponente di quest’arte. Il lavoro di Holbein fu a sua volta di ispirazione per Hilliard, che avviò l’età dell’oro della pittura di miniature nel tardo XVI e inizio del XVII secolo. L’arte continuò a fiorire in Inghilterra (e a vari livelli anche negli altri paesi) fino al XIX secolo, quando la fotografia la stroncò come seria forma di espressione.

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