Abito trapuntato Fendi primavera/estate 2020
Moda

MODA E CORONAVIRUS, TUTTO RIMANDATO A SETTEMBRE

Cosa accadrà a settembre? Ci saranno sperimentazioni nel campo della moda? Il Coronavirus ha cambiato – davvero – la posta in gioco

La moda ai tempi del Coronavirus: un settore allo sbando che ha tentato, invano, di rimanere a galla nel mare magnum insidioso della burocrazia italiana.

Tutto rimandato. Al cardiopalma. Il settore moda colpito duramente da Covid-19. Ferito gravemente da un sistema galoppante. Tra artigiani che hanno chiuso bottega (l’indennità di 600 euro erogata alle partite IVA non basta) e grandi aziende che hanno convertito la produzione per non fermare le macchine, il presagio che la ripresa sarà lenta agli occhi di tutti non è solo eresia.

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Tutto rimandato a settembre, show e fiere

Se la produzione è ferma e le collezioni pre-fall saranno rimandate ad ottobre, a soffrirne sono anche le centinaia di figure professionali che ruotano attorno alla moda.

ADV rimandate – Zara propone una campagna pubblicitaria scattata con dispositivi non professionali -, fotografi, buyer, modelle e tutte le figure professionali in quarantena forzata. Un sistema che fine a pochi mesi fa faceva quadrato e che oggi si ritrova emarginato.

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Scattano i sigilli su fiere e show. Rimandate a settembre tutti gli appuntamenti di moda e design.

I primi a saltare, ça va sans dire, sono gli spettacoli dedicati alla moda Uomo previsti per giugno 2020.

Allo stesso modo, anche Pitti Immagine proroga la sua data confermando l’appuntamento al 4 settembre 2020.

A queste si accoda, inoltre, anche il Salone del Mobile.

È panico. Milano, epicentro dell’epidemia, a settembre vedrà un accumulo di eventi eccezionale. Che forse non si faranno. L’incognita Covid-19 non permette previsioni a lungo termine. Va detto.

Ricordiamo che le presentazioni donna di febbraio si sono tenute a porte chiuse, in assenza di partecipanti. L’80% dei buyer (gli asiatici e americani), costretti in isolamento da Coronavirus hanno sortito un grave ammacco al sistema moda italiano.

L’alternativa è la sfilata digitalizzata, in diretta streaming, come sperimentato, ad esempio, da Armani per la collezione donna autunno/inverno 2020-21.

Carlo Capasa, il sistema moda al collasso a causa del Coronavirus

Il settore ha perduto, nel solo primo trimestre del 2020, ben l’1,8% di ricavi. E immaginiamo che i dati relativi al secondo trimestre saranno ben più devastanti.

La collezione primavera/estate 2020, non del tutto distribuita al dettaglio, è ferma in magazzino e potrà essere venduta esclusivamente negli outlet. Questo è confermato sino al 4 maggio 2020, giorno in cui man mano si avranno le prime riaperture dei negozi d’abbigliamento.

La moda è un’industria stagionale, riparte ogni sei mesi con nuove collezioni che vanno presentante e vendute e consegnate. […] Se non riapriremo le nostre aziende entro il 20 di aprile non avremo i tempi tecnici per consegnare le produzioni autunno inverno 2020/2021 che vanno inviate entro luglio in tutto il mondo. Non potremo produrre le collezioni primavera estate 2021 […] La domanda è: siamo disposti a perdere la nostra industria simbolo? Sappiamo che dovremo essere cauti, mantenendo un equilibrio corretto tra salute ed economia“, sostiene Capasa in una lettera aperta.

Saldi primavera/estate 2020 rimandati?

Questo è l’auspicio di molti. Del resto sarebbe una richiesta più che legittima. L’idea è di Giorgio Armani che ha dichiarato di voler posticipare gli inizi dei saldi: “Ho lavorato con il mio team per tre settimane in modo che, dopo il blocco, le collezioni estive rimarranno nelle boutique almeno fino all’inizio di settembre, come è giusto che sia. E così faremo d’ora in poi”.

 

 

 

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