Economia Moda italiana
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Economia Moda italiana: nel 2024 è un investimento sicuro

Economia Moda italiana: L’economia e la moda nel belpaese

É la notizia secondo cui Louis Vuitton, che ha appena nominato Pietro Beccari suo nuovo AD, nel 2022 avrebbe superato per la prima volta i 20 miliardi di euro in ricavi, raddoppiando la cifra di 4 anni fa. Un’informazione che catalizza l’attenzione sulla redditività del comparto moda, soprattutto alla luce delle recenti dichiarazioni di Carlo Capasa, presidente della CNMI, secondo cui durante il 2023 il fatturato del settore italiano supererà i 100 miliardi.

Infatti, anche se la maison francese tocca cifre quasi inarrivabili, la moda italiana è un investimento altrettanto promettente: non soltanto in relazione ai grandi marchi storici, ma anche alle varie competenze artigianali che costituiscono un’eccellenza del Made in Italy e che incoraggiano case di moda straniere a portare la produzione in Italia.

Economia Moda italiana: Il report Sistema Moda Mondo

A novembre dello scorso anno l’Area Studi Mediobanca ha presentato il report annuale che documenta il giro d’affari del fashion system, che ha preso in esame la situazione finanziaria di 152 società con sede in Italia. Ne è emerso che il valore aggiunto generato dal settore costituisce l’1,3 % del PIL nazionale.

Inoltre, sebbene oltre l’80 % delle società analizzate non siano quotate in borsa, esse non mancano di suscitare l’attenzione di investitori esteri, attirati soprattutto dai marchi di alta gamma: non è un caso che 58 delle 152 società analizzate siano di proprietà straniera. Il rapporto documenta anche il ricavato delle società del comparto moda italiano, con un podio composto da Prada (che, alla vigilia della nomina di Andrea Guerra a suo AD, ha raggiunto i 3,4 miliardi di euro), Luxottica (con 3,2 miliardi) e Calzedonia (con 2,5 miliardi).

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Economia Moda italiana: La grande performance di Prada

La casa di moda milanese ha chiuso il 2022 con bilanci molto superiori alle aspettative e superando in un solo anno gli obiettivi di medio termine prefissati: con un aumento del 21%, infatti, ha attestato i suoi ricavi a 4,2 miliardi. Il margine operativo, pari al 78,8% del fatturato, è quindi arrivato alla cifra di 3,4 miliardi di euro. Con l’eccezione dell’Asia, dove l’imperversare del COVID-19 ha fatto registrare una lieve flessione, l’azienda è cresciuta moltissimo in tutto il resto del mondo.

Queste circostanze hanno permesso a Andrea Guerra di fare previsioni molto promettenti per il 2023, pur rimanendo cauti nel fronteggiare il mutevole contesto globale: «Per il 2023, ci aspettiamo una crescita solida e superiore alla media di mercato la Cina è ritornata a essere un motore della crescita; tuttavia, considerato il contesto globale in costante mutamento, dobbiamo rimanere vigili e mantenere un approccio disciplinato sui costi e nell’allocazione del capitale».

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Economia Moda italiana: Non solo grandi nomi…

Stupiscono i fatturati delle grandi aziende, prima fra tutte Gucci, che nel 2022 ha superato per la prima volta i 10 miliardi di euro: nonostante un quarto trimestre calante, sicuramente non favorito dall’abbandono di Alessandro Michele, il marchio di origine fiorentina ha permesso al gruppo Kering, di cui costituisce la principale fonte di reddito, di superare i 20 miliardi di euro di fatturato.

Economia Moda italiana: nel 2024 è un investimento sicuro
Economia Moda italiana: nel 2024 è un investimento sicuro

Tuttavia la moda italiana non comprende soltanto maisons esclusive, notissime e dai fatturati multimiliardari. La tendenza alla crescita è confermata anche da aziende che si occupano della produzione artigianale e che eventualmente, soltanto in secondo luogo, gestiscono anche una propria etichetta.

Questo è il caso di Alessandro Gherardi, camiceria toscana che lavora per molti nomi del lusso e gestisce un marchio autonomo e che ha chiuso il 2022 con un fatturato di circa 17 milioni di euro, incrementando del 40 % rispetto all’anno precedente. Una situazione simile è quella di Monticolor, azienda bresciana che produce filati da 30 anni e che ha potuto festeggiare il traguardo con un venduto di oltre 35 milioni di euro, superiore del 30 % rispetto a quello del 2021.

Una situazione così promettente, nonostante l’attuale situazione di crisi e la lunga chiusura del mercato cinese, rende credibili le dichiarazioni di Maison du Dodo. Infatti il marchio coreano, fondato di recente da Shin Sang Hyun e con produzione in Italia, prevede di raggiungere un fatturato compreso fra 15 e 20 milioni entro i prossimi 3/5 anni.

Economia Moda italiana: non solo abbigliamento

La crescita interessa anche aziende che non trattano capi di abbigliamento. Piquadro, nota per la pelletteria, ha chiuso il 2022 con un fatturato di 126,8 milioni di euro, in aumento del 15,9 % rispetto al 2021. Così è stato anche per Marsèll, marchio veneto di calzature e accessori il cui bilancio dello scorso anno è stato chiuso a 16,7 milioni di euro di utili, il 17 % in più rispetto a quello precedente. Una situazione comune a Vestopazzo, specializzato in bigiotteria ed accessori moda, che vanta ormai oltre 100 negozi in tutto il mondo, ha visto un incremento del 27 % nel fatturato del 2022, che ha superato i 21 milioni.

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