Dizionario Arte

Moholy-Nagy, László

Pittore, scultore, artista sperimentale e scrittore di origine ungherese, che ottenne la cittadinanza americana nel 1944. Dopo essersi laureato in legge all’Università di Budapest e aver servito il proprio paese durante la prima guerra mondiale, si trasferì a Vienna nel 1919 e poi a Berlino nel 1921, dove iniziò a dipingere quadri astratti sotto l’influenza di Lissitskij (anch’egli arrivato da poco dalla Russia). Sperimentò anche la tecnica del collage e del fotomontaggio e nel 1922 tenne la prima personale alla Sturm Gallery. Dal 1923 al 1928 insegnò al Bauhaus, succedendo a Itten nella docenza del corso preliminare. La differenza nell’approccio tra questi due caratteri profondamente diversi è così riassunta da Frank Whitford (Bauhaus, 1984): “Perfino nell’aspetto Moholy dichiarava le sue simpatie artistiche. Itten indossava una specie di tonaca monacale e teneva il capo perfettamente rasato nell’intento di creare un’aura di spiritualità e di comunione con il trascendentale. Moholy sfoggiava il tipo di tuta da lavoro indossato dagli operai delle fabbriche moderne. I suoi occhiali dalla montatura metallica contribuivano ancor più a un’immagine di sobrietà e calcolo, legata a un uomo diffidente verso le emozioni, che si sentiva più a suo agio tra le macchine che tra gli esseri umani”. Nonostante Moholy venisse considerato un brillante insegnante, la sua intransigenza e il suo rifiuto della dimensione spirituale nell’arte lo resero impopolare tra alcuni colleghi. Si dimise quando Hannes Meyer sostituì Gropius come direttore nel 1928; in seguito lavorò per alcuni anni a Berlino, dedicandosi soprattutto alla scenografia e al cinema sperimentale. Nel 1934 lasciò la Germania a causa della persecuzione nazista, trasferendosi prima ad Amsterdam e poi nel 1935 a Londra, dove realizzò alcuni bozzetti per il film di fantascienza Una storia fantastica (1936), prodotto dal suo connazionale Alexander Korda, e collaborò alla rivista *costruttivista *Circle (1937). Nel 1937 emigrò a Chicago, dove diresse la breve esperienza del New Bauhaus (1937-38); nel 1939 fondò una propria Scuola di Design (che nel 1944 cambiò nome in Istituto di Design) e la diresse fino alla morte. Fu uno degli insegnanti più influenti del XX secolo e uno degli artisti più innovativi e versatili del costruttivismo, pioniere soprattutto nell’uso della luce, del movimento (vedi cinetica, arte), nella fotografia, nel cinema e nell’uso di materiali plastici. Le sue teorie, che enfatizzano la dottrina costruttivista che sostiene l’integrazione delle cosiddette belle arti con l’ambiente circostante, trovano piena espressione nel suo libro postumo Visioni in movimento (1947). Nascita: B 1895; Morte: Chicago 1946

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