La morte d'orfeo
Dizionario Opera

Morte d’Orfeo, La (1619)

La morte d’Orfeo. Gli esordi dell’opera in musica a Roma, diretta conseguenza delle teorie fiorentine sul ‘recitar cantando’, ebbero subito una destinazione sacra (quasi certamente alibi necessario, in coppia con finalità propagandistiche, al diletto della porpora vaticana). Prima significativa deviazione profana è La morte d’Orfeo di Stefano Landi del 1619.

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Nato a Roma dove operò per quasi tutta la vita quale Maestro di cappella, fu per un paio d’anni al servizio del vescovo di Padova, città in cui probabilmente scrisse, ma certamente firmò la dedica di questo suo primo lavoro teatrale.

Forse rappresentato a Roma per le nozze solenni di Marcantonio Borghese e Camilla Orsini (ma poco sembra adattarsi il soggetto a celebrare un matrimonio), attinge ancora una volta al mito di Orfeo (dopo due Euridice , la Favola monteverdiana e l’ Orfeo dolente di Belli-Chiabrera) quasi a voler abilmente stornare le critiche a quello che pare un esperimento. In realtà per il taglio della storia e la qualità musicale ci troviamo di fronte a qualcosa che poco ha a che vedere con l’emulazione.

Di Orfeo

Morte di Orfeo. | Giulio Romano | Stampa d'arte

Di Orfeo qui si racconta l’ultimo episodio del racconto di Poliziano, quello più imbarazzante, sempre soppresso o almeno trasformato, in cui il gentile citaredo è fatto a brani dalle menadi infuriate. Orfeo, secondo il mito, deluso dal fallimentare tentativo di riportare Euridice in vita, ha deciso di dimenticarsi di tutto il genere femminile e di dilettarsi con i giovani pastorelli traci, che sembrano gradire i suoi amorevoli insegnamenti.

 

Il giorno del suo compleanno però le infervorate seguaci di Diana, sobillate da Bacco, decidono di vendicarsi: lo aggrediscono, lo fanno a brani, ne inchiodano la testa sulla lira e la gettano in mare. Orfeo, morto, spera a questo punto di riabbracciare la sua Euridice, ma scopre che lei lo ha dimenticato e che per lui sarà impossibile scendere nell’Ade poiché nessuno ha seppellito il suo corpo. Si consolerà con la compagnia di Mercurio, che lo porta trionfalmente in cielo al cospetto di Giove.

Il libretto della Morte d’Orfeo

Libretto “La morte di Orfeo” di Stefano Landi - Opera Libretto

 

Il libretto, a quanto pare dello stesso Landi, presenta più di un motivo d’interesse. La versificazione scorrevole e al tempo stesso ricercata sembra quella di un letterato d’esperienza, e pure certe soluzioni drammaturgiche non paiono improvvisate: l’ingresso calibrato dei vari personaggi, le scene di puro tono allegorico (come il dialogo apparentemente pastorale fra Ireno e Lincastro).

L’impiego frequente del coro con significato sempre diverso (trionfale per il fine atto, ma di volta in volta giocoso, terrifico, pastorale, ascetico) e risolto musicalmente con grande maestria (una scrittura madrigalistica che alterna assoli, duetti e terzetti al tutti). In particolare spicca, per qualità letteraria e musicale, l’aria straordinaria di Nisa, una sorta di metamorfosi in cui dal pianto si passa al furore.

La musica segue sapientemente col suo declamato la graduale trasformazione d’umore intersecata a una doppia eco che muta il senso dell’ultima parola di ogni strofa e offre lo spunto al verso successivo («…disperiamo», ed Eco: «speriamo – amo…» e il verso prosegue con «Speriamo se pur amo»; oppure «…sospire», ed Eco: «spire – ire…» e di seguito: «Ire spiri ciascun…», e così via). Non mancano ovviamente intermezzi strumentali e ariette che, aggiunti ai continui cambiamenti degli ensemble vocali, a improvvise mutazioni di scena degni della migliore tradizione del tardo Cinquecento e a una costante attenzione alla varietà del carattere, rendono l’operina godibilissima.

Type:

Tragicommedia pastorale in cinque atti

Author:

Stefano Landi (1587-1639)

Subject:

libretto proprio, da La favola d’Orfeo di Angelo Poliziano e da Ovidio

First:

Roma, 1619

Cast:

Orfeo (T), Teti (A), il Fato (B), l’Ebro (B), l’Aurora (A), Mercurio (T), Apolline (T), Bacco (A), Nisa (S), Ireno (T), Lincastro (A), il Furore (B), Calliope (A), Fileno (T), Caronte (B), Euridice (S), Giove (B), Fosforo (A), tre Euretti (S, A, A); pasto

Signature:

d.d.

Conclusione: La morte d’Orfeo. Gli esordi dell’opera in musica a Roma, diretta conseguenza delle teorie fiorentine sul ‘recitar cantando’, ebbero subito una destinazione sacra.

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