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Spettacolo,  Attualità

Muhammad Alì: le frasi più belle ad 1 anno dalla morte

É passato un anno dalla morte del più grande campione della storia della boxe, Muhammad Alì. Ricordiamolo oggi con le sue frasi più memorabili

Un campione fuori e dentro il ring, svelto e lapidario con le parole come con i guantoni, e questo, per gli sportivi, è sempre stato un connubio raro.

Muhammad Alì è scomparso il 3 giugno del 2016, esattamente un anno fa.

Le sue frasi più belle sono legate a doppio filo con il tema dell’auto-realizzazione e con  delle conquiste sociali e la difesa dei diritti delle minoranze. Muhammad Ali si rifiutò di andare a combattere in Vietnam e la conseguenza di questa scelta fu radicale: gli venne rievocata la licenza da professionista impedendogli di combattere per più di tre anni.

Ricordiamo alcune delle sue frasi migliori:

“Vola come una farfalla, pungi come un’ape. Le sue mani non possono colpire ciò che i suoi occhi non possono vedere. Ora mi vedi, ora non più. George è convinto di vederci, ma io so che non ci riuscirà”.

“Il miglior modo per realizzare i propri sogni è svegliarsi”. 

“Sono giovane, sono bello; sono veloce. Non c’è possibilità che io venga battuto”. 

“So dove sto andando, conosco la verità e non voglio essere quello che vuoi tu. Sono libero di essere ciò che voglio”.

Io spero soltanto che la gente comprenda che l’Islam è pace e non violenza”.

Il servizio agli altri è l’affitto che paghiamo per la tua stanza qui sulla terra”.

Solo un uomo che sa cosa vuol dire essere sconfitti può raggiungere il punto più  basso della sua anima e risalire con una quantità maggiore di potere per poter vincere quando il match è in parità”.

La vita è una scommessa. Ci si può far male, ma la gente muore in incidenti aerei, perde gambe e braccia in incidenti d’auto: le persone muoiono ogni giorno. La stessa cosa vale per i lottatori: alcuni muoiono, alcuni vengono feriti, alcuni vanno avanti…Il punto è non pensare mai a quello che ti accadrà”.

“Il nome Muhammad è il nome più comune nel mondo – Pakistan, Arabia Saudita, Marocco,, Turchia, Siria, Libano ecc. Quando ho scelto di unirmi all’Islam diventando un musulmano mi hanno dato il nome più famoso del mondo perché sono un campione”. 

Cassius Clay è un nome da schiavo. Ora che sono libero, che non appartengo più a nessuno, che non sono più uno schiavo, ho reso loro il mio nome per bianchi e ne ho scelto uno africano e bellissimo”.

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