Dizionario Arte

multipli

Termine che connota opere d’arte, escluse stampe e calchi per sculture, realizzati apposta per essere prodotti in un alto numero di copie -potenzialmente infinito. Mentre le stampe e i calchi per sculture sono copie di un lavoro originale realizzato a mano dall’artista, i multipli sono differenti, in quanto l’artista si limita spesso a produrre un progetto o a dare una serie di specifiche per la produzione industriale di manufatti in diversi materiali, come per esempio la plastica. I multipli vennero realizzati per la prima volta negli anni Sessanta e Le Parc e Oldenburg ne sono stati i primi pionieri. In teoria, rappresentavano una democratizzazione dell’arte -le opere non erano più considerate come pezzi rari per collezionisti e intenditori, ma come beni di consumo per le masse al pari di ogni altro prodotto industriale. In pratica, erano comunque troppo costosi per un mercato di massa e venivano venduti nelle gallerie d’arte piuttosto che nei negozi e nei supermarket (anche se il rilievo in plastica di Richard Hamilton, che rappresentava la facciata del Guggenheim Museum di New York, venne messo in vendita nello shop del Museo). Nel 1971 grandi mostre di multipli vennero allestite al Philadelphia Museum of Art (‘Multipli: la prima decade’) e alla Whitechapel Art Gallery di Londra (‘New Multiple Art’). Intorno al 1980 sembrava che l’idea fosse stata accantonata del tutto, ma ci fu un risveglio di interesse intorno agli anni Novanta.

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