Archivio

Muore oggi 22 December 2002 Joe Strummer, addio al condottiero dei Clash

Muore Joe Strummer. Gravissimo lutto nel mondo del rock inglese. Joe Strummer (foto), cantante e chitarrista dei Clash, una delle band più amate di tutti i tempi, è morto oggi 22 December 2002 nella sua abitazione del Somerset. Strummer, cui è stato fatale un attacco di cuore, aveva cinquant’anni.

Muore Joe Strummer

Muore Joe Strummer.Gravissimo lutto nel mondo del rock inglese. Joe Strummer (foto), cantante e chitarrista dei Clash, una delle band più amate di tutti i tempi, è morto nella sua abitazione del Somerset. Strummer, cui è stato fatale un attacco di cuore, aveva cinquant’anni. Figlio di un diplomatico inglese, John Mellor (questo il vero nome di Strummer) diede il via alla sua avventura musicale grazie ai 101ers, band di scarsa fortuna che cercò inutilmente di farsi largo nella ribollente scena musicale londinese di metà anni Settanta.

Fu l’incontro con il chitarrista Mick Jones e il bassista Paul Simonon, compagni di scuola di certificate ascendenze proletarie, a segnare la svolta decisiva nella carriera del cantante. I tre formarono i Clash («lo scontro»), mettendosi subito alla ricerca di un contratto discografico. Le major, desiderose di sfruttare commercialmente il nascente fenomeno punk, iniziarono a contendersi i gruppi più promettenti e Strummer e soci firmarono per la Cbs. Secondo alcuni, il punk morì in quel momento perché la natura antagonista di quel movimento non avrebbe dovuto mescolarsi con gli interessi delle multinazionali del disco.

Sta di fatto che, nel 1977, l’ annus mirabilis

Sta di fatto che, nel 1977, l’ annus mirabilis del punk, i Clash pubblicarono il loro album di debutto, mettendo in chiaro le cose fin dalla copertina, sul cui retro sono raffigurate scene di guerriglia urbana che rimandavano agli scontri di piazza da poco verificatisi a Notting Hill. «Londra brucia di noia», cantava Strummer in un album che non rinuncia a dire la sua su disoccupazione (Career Opportunities), imperialismo americano (I’m So Bored With The USA) e disagi sociali che sfociano in violenza (White Riot).

Dal punto di vista musicale, i suoni grezzi e basati su pochi ma efficacissimi accordi rompono decisamente con la tradizione («No Elvis, The Beatles or The Rolling Stones», cantano ancora Strummer e gli altri), cercando però di stabilire un contatto con i ritmi in levare provenienti dalla Giamaica, soprattutto grazie a Police And Thieves, cover in salsa punk-reggae di un brano di Junior Marvin. Give ‘em Enough Rope (1978), pur contenendo buoni spunti, è un parente povero del suo predecessore.

I Clash erano più impegnati a costruirsi una solida reputazione live

I Clash erano più impegnati a costruirsi una solida reputazione live che non a scrivere nuove canzoni. Poco male, perché l’anno successivo arrivò il capolavoro: London Calling è un doppio album che condensa in diciassette brani il meglio di venticinque anni di storia del rock’n’roll. Rockabilly (Brand New Cadillac), pop (Lost In The Supermarket), reggae (Guns Of Brixton), ska (Wrong ‘em Boyo) e molti altri stili vengono riletti dai Clash in un album memorabile fin dalla copertina, che vede il bassista Paul Simonon scaraventare a terra il suo strumento.

Strummer e Jones, cui sempre più spesso veniva lasciato l’onore di ricoprire il ruolo di voce solista, si guadagnarono il titolo di «Lennon-McCartney del punk» grazie a canzoni per le quali l’aggettivo «immortali» non è certo sprecato. Con Sandinista! (1980), i Clash spinsero all’estremo il percorso iniziato con il precedente lavoro: nel triplo album (venduto al prezzo di un album singolo dopo un lungo braccio di ferro con la Cbs) confluirono musiche provenienti da ogni parte del mondo, spesso con risultati poco meno che entusiasmanti.

Non tutti i trentasei brani funzionano alla perfezione e forse una maggior concisione avrebbe giovato al risultato finale ma i Clash erano così, generosi, ingenui e nient’affatto calcolatori. Combat Rock (1982) fu l’album di maggior successo commerciale, grazie a singoli popolarissimi come Rock The Casbah e Should I Stay Or Should I Go.

Muore Joe Strummer. Niente sembrava poter fermare i Clash

Niente sembrava poter fermare i Clash. Ci riuscirono i dissidi interni e lo scontro fra i caratteri non certo facili dei tre fondatori. Jones e Headon se ne andarono, lasciando gli altri due a firmare un imbarazzante ultimo lavoro (Cut The Crap, del 1985). Poi più nulla, se non un album live uscito nel 1999 e le inevitabili raccolte antologiche. Le offerte miliardarie per una reunion non sono certo mancate ma i quattro musicisti le hanno sempre declinate, preferendo dedicarsi a progetti poco apprezzati sia dal pubblico che dalla critica.

Dopo la colonna sonora di Walker (1988) e il discontinuo Earthquake Weather (1989), Strummer era riemerso da un silenzio durato dieci anni grazie a due discreti album incisi assieme ai Mescaleros, la band che lo ha accompagnato anche nel suo ultimo tour italiano. Un po’ appesantito e con meno capelli rispetto ai bei tempi, il cantante aveva confermato la sua attitudine alle esibizioni live, spronando il pubblico a cantare in coro anche i vecchi cavalli di battaglia scritti insieme all’amico-rivale Mick Jones. Niente lasciava presagire una fine così improvvisa, che lascia nello sconforto migliaia di fan dei Clash sparsi per tutto il mondo.

Muore Joe Strummer nel sommerset

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÙ!