Notte di maggio
Dizionario Opera

Notte di maggio (1880)

Rimskij-Korsakov compose Notte di maggio negli anni 1877-79, spinto dalla moglie che lo incoraggiò a scrivere una nuova opera dopo il felice esordio della Fanciulla di Pskov (1873).

Infatti si deve proprio alla moglie la scelta di un soggetto così singolare come quello del racconto di Gogol’, la cui trama risale a un’antica leggenda popolare germanica già trattata in forma operistica da Kauer nel suo Singspiel Das Donauweibchen nei primi anni dell’Ottocento, e successivamente da altri compositori russi che ne erano a conoscenza, sino alla Rusalka di Dargomyžškij del 1856, su testo di Puškin, altro scrittore russo che si avvicinò al tema; Gogol’ scrisse il suo racconto negli anni Trenta dell’Ottocento, ambientandolo nella natìa Ucraina, in un’atmosfera di bucolica e primaverile purezza che si riscontra già nell’ouverture dell’opera.

RIMSKY-KORSAKOV - Notte di Maggio – Bongiovanni Musica

Nel testo, in un’inevitabile riferimento ai precedenti esempi operistici, è mantenuta la presenza di vari canti, danze ed esecuzioni strumentali, che vennero fedelmente riportati nel libretto e musicati da Rimskij, il quale utilizzò ben otto autentiche canzoni popolari ucraine, tratte dalla propria antologia e da quella compilata dal collega di Conservatorio Alexander Rubets; fra queste, particolarmente curiosa e divertente è la danza dell’ hopak , cantata dal personaggio del carbonaio nel primo atto, mentre altre canzoni (come, per esempio, il canto delle rusalke nel terzo atto) sono dei khorovod , in forma di rondò.

Un altro caratteristico elemento ucraino è l’utilizzo della bandura, antico strumento a corde di origine orientale, che il personaggio di Levko suona in scena (mentre in realtà il timbro è ottenuto sovrapponendo i timbri di un’arpa e di un pianoforte in orchestra). Molte sono le occasioni in cui Levko la suona, e nell’azione stessa sono previste diverse esecuzioni musicali: già ad apertura di sipario, infatti, Levko entra in scena intonando una canzone ucraina, accompagnandosi con la sua bandura (“A mï proso seijali”: ‘Ah, il grano che vedemmo’), rivolto alla finestra della casa di Hanna, la sua fidanzata.

La notte di maggio, illustrazione di "Les Nuits" di Alfred Musset (1810-57)

La situazione comica sta nel fatto che l’anziano sindaco del paese, padre di Levko, si è invaghito della stessa Hanna e azzarda dei ridicoli approcci amorosi, che vengono puntualmente respinti dalla fanciulla. Levko scopre le mire del padre e tenta di svergognarlo pubblicamente, intonando una canzone in cui racconta dei suoi folli vagheggiamenti senili. Raduna un gruppo di amici e, in incognito, canta con loro per le strade del paese inveendo contro il sindaco; arrivato sotto le finestre di casa sua, lancia un sasso all’interno, rompendo un vetro.

Il sindaco è allarmato; ascolta le parole della canzone incriminata e si mette all’inseguimento dei ‘ribelli’, coaduivato dallo sceriffo e dal distillatore – suo ospite – ma invano. Cala la notte, e Levko si rifugia su una solitaria banchina lungo le rive del lago, dove inizia a cantare accompagnandosi con l’inseparabile bandura.

Il suo canto attira le rusalke (le ninfe d’acqua, spiriti delle fanciulle annegate nel lago); Pannocka, la giovane signora delle rusalke, gli si avvicina, raccontandogli la propria triste storia, che peraltro Levko già conosceva, avendone sentito parlare in paese: il padre di Pannocka, vedovo, si era risposato con una strega che lo aveva ammaliato, portandolo addirittura a scacciare di casa la figlioletta che, per la disperazione, si era gettata nelle acque del lago, annegando; qualche tempo dopo, si era vendicata trascinando nel lago la sua matrigna, che era così diventata anch’ella una ninfa d’acqua, mimetizzandosi con tutte le altre.

Pannocka chiede a Levko di riconoscere, se può, la sua matrigna; Levko, grazie a uno stratagemma, la scopre e, per ricambiare il favore, Pannocka gli dà un messaggio da consegnare a suo padre come lasciapassare: è uno scritto del commissario locale che ordina al sindaco di celebrare immediatamente il matrimonio di suo figlio con Hanna. L’opera termina con i festeggiamenti del paese per le nozze dei due giovani.

Nel libretto vi sono diverse situazioni buffe, quasi da vaudeville , e ogni personaggio – il sindaco, sua cognata, il carbonaio, il distillatore – contribuisce alla vis comica dell’opera, benché Notte di maggio sia anche la notte delle inquiete rusalke, dipinta nel terzo atto in toni languidi, foschi e magici che raggiungono la stessa intensità di altre pagine rimskijane, come quelle che descrivono l’emergere dalle acque della principessa-cigno nella Favola dello zar Saltan .

Dall’orchestrazione dell’intera opera affiora lo spirito di Glinka, preso non solo come modello musicale, ma soprattutto come esempio di libertà di scrittura musicale: nello scegliere l’impiego di molti ottoni in orchestra, di accompagnare i personaggi con ‘timbri conduttori’ (il violino di Hanna, ad esempio, che diventa stridulo nel suo staccato quando Hanna è arrabbiata) o veri e propri Leitmotive (la cadenza sui gradi principali della scala, una breve fanfara di ottoni che annuncia le entrate in scena di Levko),

oppure nel lasciar emergere l’oboe solo, che introduce e mette in evidenza l’ambientazione rurale della vicenda, e ancora nell’impiego di scale peculiarmente ‘russe’ e rimskijane, variamente alternanti toni e semitoni (con la prevalenza degli intervalli di tono), per sottolineare l’apparizione soprannaturale delle rusalke.

Type:

[Maijskaija noch’] Opera comica in tre atti

Author:

Nikolaij Rimskij-Korsakov (1844-1908)

Subject:

libretto proprio, dal racconto di Nikolaij Gogol’ Le veglie alla fattoria

First:

Pietroburgo, Teatro Mariinskij, 9 [21] gennaio 1880

Cast:

il sindaco (B); Levko, suo figlio (T); Hanna (Ms); il carbonaio (Bar); lo sceriffo (B); il distillatore (T); la cognata del sindaco (A); la rusalka Pannocka, giovane signora delle ninfe d’acqua (S); la chioccia; il corvo; la matrigna (Ms); giovani, fanciu

Signature:

m.c.p.

Conclusione: Rimskij-Korsakov compose Notte di maggio, spinto dalla moglie che lo incoraggiò a scrivere una nuova opera dopo il felice esordio della Fanciulla di Pskov (1873).

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