Nozze istriane (1895)
Nozze istriane: Nel 1894 Antonio Smareglia aveva lasciato la Germania e si era stabilito a Dignano, in Istria. A Luigi Illica, che era già stato il suo librettista per Il vassallo di Szigeth e Cornill Schut (quest’ultima opera verrà poi riproposta con il titolo Pittori fiamminghi ) propose di scrivere un libretto tratto dalle Tentazioni di Sant’Antonio di Flaubert, ma il librettista preferì ispirarsi a un fatto di cronaca locale.
A Dignano, sul finire dell’Ottocento. Il ricco Nicola vorrebbe sposare Marussa, che però è innamorata di Lorenzo. Biagio consiglia a Menico di far sposare la figlia Marussa a Nicola, dicendogli che è un buon partito, e decide di aiutarlo. Marussa e Lorenzo si scambiano un pegno d’amore: la ragazza gli dona un cuoricino d’oro, lui un orecchino.
Ma il padre li sorprende e fa scappare Lorenzo. Menico, aiutato da Biagio, ordisce un piano perverso: trova l’orecchino donato da Lorenzo e glielo fa restituire da Luze, una povera venditrice di fragole, facendo credere al ragazzo che la figlia non lo ama più. Così Lorenzo, disperato, sempre tramite Luze restituisce a Marussa il cuoricino d’oro.
La ragazza pensa di essere stata abbandonata e accetta di sposare Nicola. Il giorno delle nozze Luze svela a Marussa l’inganno ideato da Menico. Marussa confida a Nicola di amare Lorenzo e di essere stata ingannata. Giunge anche Lorenzo, ma Nicola non vuole rinunciare al matrimonio e uccide Lorenzo.
Con un soggetto di amore e gelosia con duello finale, che lo rende così simile a Cavalleria rusticana , Smareglia riesce a non cedere alla retorica e a facili effetti drammatici. La vicenda è narrata in maniera essenziale, con una particolare raffinatezza timbrica e pagine d’effetto, come il temporale iniziale che ben delinea, con qualche debito al Beethoven della Pastorale , una situazione insieme atmosferica e psicologica; ma non dimentica neppure il colore locale, avvalendosi di stornelli istriani e di una ‘villotta’.
Una vena lirica e talora nostalgica permette ai personaggi di essere più che semplici stereotipi (il padre crudele, l’innamorato deluso), acquistando una ben precisa fisionomia. L’opera piacque a Puccini e Franz Lehár; questi ne curò una trascrizione per pianoforte. Secondo il giudizio di Gianandrea Gavazzeni «l’opera è la più teatralmente salda fra quante composte dal musicista».
Type:
Dramma lirico in tre atti
Author:
Antonio Smareglia (1854-1929)
Subject:
libretto di Luigi Illica
First:
Trieste, Teatro Comunale 28 marzo 1895
Cast:
Bara Menico (B); Marussa, sua figlia (S); Biagio, suonatore di villotte (B); Lorenzo (T); Nicola (Bar); Luze, giovane slava (A); contadini e contadine di Dignano
Signature:
s.f.
Conclusione: Nozze istriane: A Luigi Illica, che era già stato il suo librettista per Il vassallo di Szigeth e Cornill Schut propose di scrivere un libretto tratto dalle Tentazioni di Sant’Antonio di Flaubert
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