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Moda

Off-White dopo Virgil Abloh: la sfilata AI 22/23 alla Paris Fashion Week

Per Off-White è possibile un’era post Virgil Abloh? Il ritorno in passerella dopo la scomparsa dello stilista

L’ultima volta che Off-White ha visto le passerelle parigine, Virgil Abloh mieteva consensi, LVMH era nel mirino dell’acquisizione e la top model Bella Hadid apriva la sfilata con un midi dress e stivali in vinile coordinati in blu elettrico. Nessuno si sarebbe aspettato che, a distanza di solo un anno, il marchio  si sarebbe trovato ad affrontare il lutto del suo direttore creativo e a pensare ad un era post Virgil Abloh.

Aveva sfilato a luglio, durante la settimana dell’haute couture di Parigi, con una collezione intitolata “Laboratory of Fun”. In quella che poi è diventata l’ultima collezione di Off-White di Virgil Abloh, emerge una sorta di testamento ai posteri: da un lato la pretesa di elevare il marchio all’alta moda, dall’altro il racconto delle contaminazioni con suoi studi di architettura.

Questa collezione racconta in parte le mie radici di architetto […] rappresenta un’evoluzione dell’approccio Off-White, che prosegue nel percorso di sfumare i confini fra discipline creative e le varie ispirazioni. Si tratta di sviluppare l’estetica in uno spazio nuovo e altamente esplorabile

La collezione, ha assunto per la prima volta un taglio fortemente sartoriale: lo streetwear americano con l’artigianalità del Made in Italy. D’altronde, è stato lo stesso Abloh nel 2019 che, dopo aver intercettato un cambiamento in atto, aveva dichiarato che lo streetwear stava per morire ma non in termini di cultura, piuttosto di estetica. Così il marchio ha intrapreso un rinnovamento, lavorando per elevare le sue collezioni stagionali. Non più solo sneakers, tute e felpe logate ma anche abiti da sera e completi sartoriali. Non dimentichiamoci che l’immagine di Off-White e di Virgil Abloh è stata anche associata ad abiti da sposa da sogno per celebrities come Hailey Bieber e Giorgia Gabriele (che ha sposato Andrea Grilli, CEO di Off White lo scorso luglio).

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Virgil Abloh con Bella Hadid nel backstage della sfilata AI 21/22 di Off-White

Il marchio Off-White dopo Virgil

Pilotato da Abloh, Davide De Giglio (di New Guards Group) e Andrea Grilli, Off-White è diventato uno dei marchi di moda in più rapida crescita. Il capo di Louis Vuitton, Michael Burke, che ha portato nel 2018 Virgil Abloh alla direzione della linea uomo di Vuitton, lo ha paragonato a Karl Lagerfeld.

Ho visto lo stesso approccio visionario alla vita, la stessa attrazione tra designer e pubblico, non intellettuale, ma popolare. Entrambi erano assolutamente senza paura nel fare le cose in modo diverso, instancabili nella loro etica del lavoro, identici nella loro curiosità e ugualmente legati allo spirito del tempo.

Il rischio allora, potrebbe essere quello di vivere con Off-White il revival del disastro di Virginie Viard, ovvero l’incapacità di rifarsi alle glorie di un designer scomparso senza risultare sconnessi dalla realtà. Meglio cogliere ai ripari.

L’eredità di Abloh

Se Vuitton troverà senza dubbio un modo per voltare pagina -così come ha più volte fatto in passato- e a  trovare un nuovo designer, per Off-White la situazione non è così semplice. Off-White è Virgil Abloh, è la traduzione in abiti della sua persona ed essendo colui che ha fondato il marchio, ne ha dato l’impronta estetica e ha contribuito al successo. La sua scomparsa mette a rischio l’esistenza del marchio.

Abloh non è il primo stilista a lasciare scoperta una carica di un marchio così identitario. Secondo Business of Fashion,  marchi come Alexander McQueen, con una solida strategia e un’attenta gestione, sono riusciti a sopravvivere e a crescere dopo la morte del creatore. Tuttavia, anche se è vero che da Alexander McQueen, Sarah Burton sta facendo un egregio lavoro, rendendo sempre più desiderabile il marchio, molto poco resta in realtà del approccio rivoluzionario di McQueen.

A questo punto sembra che quando il connubio tra stilista e marchio è così stretto, alla scomparsa dello stilista, la soluzione “meno peggio” è quella di trovare qualcuno che, da un lato ne porti avanti il racconto, dall’altro crei collezioni che fatturino. Il rischio è di stigmatizzare un’idea creativa e vivere nella malinconia del passato o di un incoerente presente. Non capita di rado che uno stilista, diventato icona, viene raccontato dopo la sua morte come si raccontano le leggende: con nostalgia e talvolta (purtroppo) mnemonicamente.

Diventano un pretesto di collante tra un prima e un dopo anche quando poi non ne rimane più nulla effettivamente. In prospettiva, il successo del nuovo capitolo di Off-White potrebbe nascondersi sul portare avanti la visione che Abloh aveva del marchio: il senso di inclusione, di libertà creativa, di ibridismo e comunità. Se l’eredità lasciata è ricca, autentica e intrisa di valori che vanno oltre la moda, le probabilità di trasformare un progetto in qualcosa di eterno è molto elevata. Dunque, adesso, De Giglio e Grilli, hanno in programma di sfruttare l’eredità di Abloh per trasformare Off-White in un marchio eterno.

Il futuro del marchio nella mani di WhatsApp?

Nel pensare alle sorti del marchio, quello che molti forse non sanno è che Virgil Abloh utilizzava le chat di WhatsApp come agenda degli appunti. Il suo Iphone “sempre troppo carico”, come sosteneva lui stesso, era un modo per rimanere in contatto con il team globale di Off-White.

Il collegamento con Virgil era principalmente su WhatsApp. Il numero di idee che abbiamo direttamente da lui – che erano ingestibili su base giornaliera, settimanale e mensile – è infinito”, ha detto Grilli. Questa è l’eredità su cui costruiremo il marchio.

Andrea Grilli ha altresì dichiarato che Virgil ha avuto il pregio di lavorare a lungo con un team fidato. Si occupava di dare alla collezione una direzione iniziale e l’approvazione finale, il resto del lavoro di progettazione era sempre affidato al suo team. Un meccanismo consueto all’interno dei team creativi dei marchi ma che Virgil, meglio di altri, ha reso pragmatico proprio grazie all’utilizzo di WhatsApp. Per Grilli, infatti:

Virgil era un maestro alla guida di un’orchestra perfetta e siamo super fiduciosi nella squadra in termini di esecuzione della sua eredità.

Attualmente le decisioni creative sul prodotto vengono prese dai capi designer che supervisionano ciascuno le categorie donna, uomo, scarpe, borse, maglieria e gioielli. Parallelamente, il proprietario LVMH e il gruppo in licenza New Guards Group confermano una solida alleanza fino al 2026. Nel 2020, le vendite totali sono state di 306 milioni di euro, in aumento rispetto ai 273 milioni di euro dell’anno prima.

La prima sfilata Off-White senza Virgil Abloh: Spaceship Earth

La sfilata di Off-White AI 22/23 è stata trasmessa in live streaming in oltre 100 vetrine della capitale francese. Oltre al prêt-à-porter, il marchio presenta abiti vicini all’estetica dell’alta moda e una collaborazione con il marchio di calzature Church’s. Un progetto che Abloh aveva avviato prima della sua morte. Si chiama “Spaceship Earth” l’ultima collezione di Off-White. Definita “un’esperienza immaginaria”, un omaggio alla visione democratica e inclusiva di Abloh.

 

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In occasione della sfilata, alla corte di Off-White sono arrivati Rihanna e A$AP Rocky, Idris e Sabrina Elba, Pharrell Williams e la sua famiglia, gli amministratori delegati di Louis Vuitton e New Guards Group; i colleghi designer Jonathan Anderson, Olivier Rousteing, Matthew Williams, Guram Gvasalia e Jerry Lorenzo. Tra gli ospiti anche i neo vincitori del Festival di Sanremo, Mahmood e Blanco.
Inoltre, ad omaggiare Virgil Abloh, nella sua ultima sfilata per Off-White, hanno sfilato in passerella top model e celebrità amiche dello stilista: Bella e Gigi Hadid, Kaia Gerber e la madre Cindy Crawford, Karlie Kloss, Naomi Campbell, Helena Christensen, Serena Williams, Maria Carla Boscono, Kendal Jenner e Adut Akech.
Cindy Crawford, Kaia Gerber, Naomi Campbell e Bella Hadid sfilata Off White fw22/23
Cindy Crawford, Kaia Gerber, Naomi Campbell e Bella Hadid durante lasfilata Off-White fw22/23

È un’esegesi sulla moda e sul significato del vestire. La moda da Off-White è ancora più politica che mai.  All’interno della sala del Palais Brongniart, tra un imponente lampadario di cristallo e una serie di casse trasparenti sfilano i modelli di Off-White. La scenografia, nella sua apparente semplicità racchiude l’estetica del marchio che coniuga il lusso e la couture con lo sportswear e l’atmosfera dei club.

Lo streetwear arriva a palazzo e l’alta moda scende nelle piazze. Nella fusione di due realtà così distanti, nessun elemento dissonante. Questa è stata forse l’intuizione più lungimirante di Virgil Abloh.

Streetwear e alta moda

Una sfilata in due tempi: nel primo va in scena il prêt-à-porter, nel secondo l’haute couture. Come nella sua ultima sfilata per Louis Vuitton, ad aprire lo show sono le parole dello stesso Abloh. Parla di universo, codici e fratellanza e sostiene che proprio la sua capacità di condividere codici e sistemi di significazione apparentemente distanti è stato il motivo del suo successo.
Negli 84 look in passerella Virgil Abloh e il suo team sono riusciti a rappresentare stili, personalità e corpi molto diversi. È l’eterogeneità della vita tradotta in abito. Anche i look di prêt-à-porter presentano uno studio attento di tagli e decori come i dettagli al neon, i cut-out sulla maglieria e il mix strategico di tessuti e volumi. Nell’haute couture, invece, il tulle si combina con t-shirt bianche logate e felpe con cappuccio si sovrappongono a drappi di stoffa a formare un mini dress destrutturato con tanto di strascico. Sintesi di questo guardaroba ibrido, Bella Hadid, sfila in abito da sposa con tacchi alla mano e sneakers ai piedi.
A catturare l’attenzione, però sono stati in particolare la bandiera con su scritto Question everything, ovvero “poniti domande su tutto” e il look indossato dalla top model Cindy Crawford. Se lo slogan sulla bandiera accende una miccia di curiosità ed è ciò che sta alla base della condivisione dei codici, il look della Crawford lascia un sapore dolce-amaro. Crawford ha indossato un blouson collegiale su una gonna in tulle a balze e una busta di pillole con una pochette con su scritto “more life“. In questo look, molti hanno visto un chiaro riferimento alla malattia del designer, morto all’età di 41 per un angiosarcoma.
look off white virgil abloh fw22 bandiera question everything
Off-White by Virgil Abloh fw22/23

di Flavia Iride

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