Dizionario Arte

olio, pittura a

Pittura in cui si usano oli essiccativi (di solito olio di lino) come solvente per legare il pigmento al colore. Per lungo tempo si è creduto -a partire dall’autorità di Vasari -che la pittura a olio fosse stata inventata da Jan Van Eyck all’inizio del XV secolo, ma oggi si sa che le sue origini sono più antiche e oscure (il trattato di Teofilo, per esempio, descrive una “preparazione di colori con olio”). Non c’è dubbio, comunque, che Van Eyck rivoluzionò la tecnica e la portò a uno straordinario livello di perfezione. Mostrò la flessibilità del mezzo, il suo colore ricco e denso, la sua ampia scala dal chiaro allo scuro e la sua capacità di rendere sia il dettaglio minuto sia il delicato fondersi dei toni. Altri pittori fecero presto proprie queste innovazioni -prima in Europa settentrionale, poi in Italia -e nel secolo successivo l’olio superò progressivamente la tempera come mezzo standard per la pittura seria (tranne che nelle decorazioni parietali, in cui l’ affresco continuò a restare la norma).
Durante questo periodo di transizione l’olio fu spesso mischiato alla tempera. Giovanni Bellini, per esempio, iniziò la sua lunga carriera usando esclusivamente la tempera e la finì usando esclusivamente l’olio, ma nella maggior parte dei suoi dipinti sembra aver combinato i due metodi; di solito iniziava un quadro con la vecchia tecnica e lo portava a compimento con la nuova. Il suo ritratto del doge Leonardo Loredan (1501-04 ca, National Gallery, Londra) è uno dei più precoci esempi dell’utilizzo di una pittura a olio deliberatamente grezza per dare l’idea di un tessuto; nella resa della veste ornata del doge suggerisce la luce che colpisce i filamenti d’oro in un modo che sarebbe stato impossibile con la tempera. Questo tipo di procedimento fu portato a uno stadio ulteriore da un allievo di Bellini, Tiziano, che fu il primo artista a esplorare pienamente le grandi qualità materiche della pittura a olio, dando alla superficie dei suoi quadri una vitalità espressiva autonoma. Questa rivoluzione tecnica fu connessa all’uso sempre più diffuso della tela al posto della tavola in legno; nelle sue ultime opere usò spesso delle tele abbastanza grezze, in cui la grana della tessitura è visibile attraverso le pennellate.
Questa capacità di mostrare il segno personale dell’artista ha costituito un fattore importante nel percorso verso una piena padronanza della pittura a olio; essa può garantire qualsiasi tipo di stesura, dalla levigatezza della porcellana “all’ impasto più violento. La sua versatilità fu incrementata ancor più nel XIX secolo con l’invenzione del tubetto di metallo (1841), che rese comodo lavorare all’aperto. Nel XX secolo l’ acrilico ha conquistato pari importanza.

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