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Olivier Rousteing è la nuova voce dell’Enciclopedia di MAM-e.it

Olivier Rousteing è la nuova voce dell’Enciclopedia della Moda di MAM-e.it: la bibbia per gli esperti del settore e per i neofiti

Olivier Rousteing. Bordeaux (3 aprile 1986). Stilista francese. Olivier è tra i designer più eclettici della sua generazione. Un anticonformista, un esteta. Un istrionico. La sua infanzia è tutta da riscrivere. Rousteing, infatti, non ha mai conosciuto la madre. Egli, infatti, è stato registrato all’anagrafe come figlio di NN (Nomen Nescio, espressione latina che indica la non completa identificazione di una persona). Non ha mai fatto mistero, però, del desiderio di conoscere le sue origini sebbene sia stato cresciuto in una famiglia di modesta estrazione sociale, che gli ha voluto bene. Nonostante le prime difficoltà, Olivier riesce a scoprire le sue origini. La madre, di origine somale, l’ha messo al mondo quando aveva appena 15 anni. Il padre, invece, è Etiope.

Sfilata Haute Couture Balmain 2019 realizzata da Olivier Rousteing

Tra i due pare non ci fosse un legame, il dubbio è che lei non fosse consenziente durante il concepimento. In un’intervista toccante, Olivier commenta: “Cercavo il conforto di una madre e ho trovato la disperazione di un’adolescente. Avrei voluto tanto stringerla tra le mie braccia.” Rousteing cresce, così, con una nuova famiglia. La madre è un’ottica mentre il padre è un gestore di porti marittimi. A scuola è un perfezionista. Passa intere giornate a studiare, spesso spingendosi sino alle 5:00 del mattino. Olivier risente l’assenza della madre biologica, di un legame stabile. Di sua ammissione, infatti, difficilmente riesce a fidarsi di chi ha attorno, sentirsi amato e protetto. La sua ascesa nella moda, infatti, è una sorta di rivalsa, un dover sottolineare la sua presenza, la capacità di essere al comando di un’azienda con più di 500 dipendenti.

Abito bustier con ruches sulla gonna. Balmain Haute Couture 2019 by Olivier Rousteing

La rinascita

Laureatosi all’ESMOD (Ecole Supérieure des Arts et Techniques de la Mode) di Parigi, nel 2003 inizia a lavorare come stagista in Roberto Cavalli. Per la maison ricopre il ruolo di assistente e, successivamente, direttore creativo della collezione donna.

Il debutto di Olivier Rousteing in Balmain

Nel 2009 entra in Balmain, affiancando l’ex direttore creativo Cristophe Decarnin. È il 2011, a soli 25 anni, che Rousteing prende in mano l’azienda. Nel 2019 lo stilista ripropone l’Haute Couture di Balmain, Lo show è fermo alla collezione spring 2003 firmata da Laurent Marcier che, poco tempo dopo, lascia il suo incarico nelle mani di Christophe Leuborg. Il rientro in schedule ha, oggi, un significato importante. Una rinascita. L’occhio di bue che focalizza l’attenzione su un virtuoso della moda che, a soli 33 anni, insegna ai colleghi il vero significato di couture. Nessuno, a quanto pare, immaginava che Rousteing potesse realizzare una collezione franca, onesta, intellettuale e complessa. La migliore, probabilmente. Studiata nei dettagli, ricca di ricami complicati così come prediligeva Pierre Balmain. Strutture architettoniche mobili, essenziali, sperimentali: gli abiti implicano un’osservazione critica. C’è un contrassegno emotivo nel progetto creativo sicuramente dettato dalla volontà di non deludere le aspettative dopo anni di assenza. Le plissettature disegnano archi perfetti, ventagli pregiati che legano, dettaglio dopo dettaglio, la verve irrazionale della collezione. L’architettura, dopotutto, è il perno centrale della Haute Couture spring/summer 2019 Balmain Paris, in omaggio al couturier che mai completò gli studi da architetto. La sfera è al centro del complesso progetto della griffe accompagnata da volumetrie esasperate, fiocchi e dettagli desunti dall’Estremo Oriente. Protagonista anche la palette prediletta dal fondatore dell’azienda. Tra le tonalità spicca il mauve, il verde e il grigio pallido. Nel 2019 è trasmesso nelle sale il docufilm Wonder Boy che svela il lato intimo, fragile e allo stesso tempo combattivo dello stilista francese.

 

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