Dizionario Arte

Op art

Op art. Genere di arte astratta che esplora certi fenomeni ottici realizzando opere che sembrano vibrare, pulsare o ondeggiare. Si diffuse soprattutto negli anni Sessanta del Novecento; il termine fu usato per la prima volta dalla stampa sul periodico americano Time nell’ottobre 1964 e presto divenne comune, in particolare grazie all’attenzione data all’esposizione The Responsive Eye tenutasi al Museum of Modern Art, New York, nel 1965.

Questa fu la prima mostra internazionale con una predominanza di opere optical. Lo sviluppo della Op art come movimento definito era iniziato pochi anni prima, nel 1960 circa, grazie soprattutto all’influenza di Josef Albers.

I mezzi impiegati dagli artisti (immagini residue, effetti di luce e vibrazione e così via) sono spesso elaborazioni di ben note illusioni ottiche che si trovavano in qualsiasi manuale sulla psicologia della percezione, e si cercava la massima precisione nel controllo della superficie e dei bordi in modo da provocare l’esatta reazione da parte della retina.

Molti dipinti optical

Molti dipinti optical rappresentano disegni di piccole dimensioni ripetuti e disposti in maniera tale da suggerire una seconda immagine sottostante o una superficie concava o convessa. Opere di questo tipo possono mantenere gran parte del loro effetto in riproduzione, ma la Op comprende anche realizzazioni che devono il loro effetto alla luce e/o al movimento, così la che Op art e l’arte cinetica talvolta si sovrappongono.

I due esponenti più famosi della Op art sono Bridget Riley e Victor Vasarely. Il loro lavoro mostra quale fu l’impatto della Op art sulla moda e sul design degli anni Sessanta: il suo immediato successo di pubblico (accompagnato da una risposta abbastanza fredda della critica) ha pochi paragoni nell’arte moderna.

La Op art divenne quasi

La Op art divenne quasi una mania nella moda femminile, e nel 1965 Riley tentò invano di far causa a un’azienda di abbigliamento americana che aveva usato uno dei suoi dipinti come motivo per i tessuti. Uno dei disegni di Vasarely venne usato sulle borse di plastica della catena francese di negozi Coop Tra gli altri esponenti della Op art il più noto è probabilmente l’americano Richard Anuszkiewicz (1930), allievo di Albers; la sua opera più tipica è caratterizzata da un irradiarsi di linee e colori.

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