Dizionario Arte

Opalka, Roman

Pittore francese di origine polacca. Compì gli studi a Lodz e a Varsavia. Dopo una serie di ricerche tra figurazione e astrazione, con la costante attenzione per i rapporti cromatici, intraprese nel 1965 un progetto che lo impegna in toto fino alla sua morte: in piedi davanti a una tela, iniziò a contare ad alta voce in polacco, a partire da uno, dipingendo i numeri in bianco; da allora i suoi quadri consistono in distese ordinate di minuscole cifre, impercettibili da distanza meno che ravvicinata. Rispettando un normale orario di lavoro, riprende quotidianamente il conteggio, sempre proseguendo da dove si è fermato il giorno precedente e registrandosi su supporto magnetico. Quando non può dipingere, prosegue il lavoro su fogli di carta, che diventano a loro volta opere. Alla fine di ogni giornata lavorativa, realizza un autoscatto del proprio volto, sempre nelle medesime condizioni di luce, distanza dalla macchina e abbigliamento. Le sue opere sono spesso esposte in vere e proprie installazioni, che comprendono le tele, intervallate dagli autoritratti fotografici, e le registrazioni audio corrispondenti. A partire dal 1972, riscoprendo un procedimento adottato in gioventù, Opalka introduce in ciascuna tela una minima percentuale di bianco in più rispetto alla precedente: il cambiamento risulta impercettibile se si confrontano due opere successive, mentre appare ben evidente da un’annata con l’altra. Si è spento a Chieti nel 2011.

Nascita: Hocquincourt 1931; Morte: Chieti 40761

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