Osumane Sonko
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Osumane Sonko condannato a 2 anni. Scontri e morti in Senegal

Dopo la condanna di Osumane Sonko a 2 anni di carcere sono esplose le proteste a Dakar, a Mbour e Kaolack (ovest), a Saint-Louis (nord) e a Ziguinchor (sud).

Osumane Sonko condannato a 2 anni. Scontri e morti in Senegal

In realtà le proteste e le esplosioni di violenza sono cominciate ancora prima della deliberazione officiale, tanto scontata era la condanna del principale leader dell’opposizione, Osumane Sonko, a capo del partito Pastef, giunto terzo alle ultime elezioni presidenziali.

Il politico è sotto processo da più di un anno e mezzo, accusato di «stupro e minacce di morte nei confronti di una dipendente di un salone di bellezza dove avrebbe fatto un massaggio tra il 2020 e il 2021. La dipendente, Adji Sarr, aveva meno di 21 anni al momento dei fatti che denuncia» [Fonte: LaRepubblica].

Il tribunale competente ha giudicato innocente Sonko per quanto riguarda i due capi di imputazione ma lo ha ritenuto colpevole di «corruzione di giovani» infliggendogli una pena a 2 anni di carcere, contro i 5 chiesti dai magistrati. Sul capo di Sonko pendeva già una condanna a 6 mesi di condizionale scaturita dall’accusa di diffamazione intentatagli contro dal Ministro del Turismo Mbaye Niang. Anche il titolare del salone di bellezza «Sweet Beauté, Ndèye Khady Ndiaye, è stato condannato a due anni di carcere per istigazione alla dissolutezza». Alla ragazza che ha denunciato l’abuso sono stati 30.000€ di indennizzo risarcitorio.

Il leader di Pastef può ora essere arrestato in qualsiasi momento–ha fatto sapere il Ministro della Giustizia, Ismaïla Madior Fall– e verosimilmente è già stato preso in custodia dalle forze governative. Infatti, all’uomo non è stato permesso di presenziare in tribunale ma è stato «sequestrato»–affermano i suoi sostenitori–dalla polizia nella sua propria abitazione.

Quanto è certo è che Sonko era partito venerdì da «Ziguinchor, la città di cui è sindaco nel sud del Senegal» [Fonte: Nigrizia] accompagnato da una marcia di protesta da lui ribattezzata “carovana della libertà”. Il corteo era stato intercettato e disciolto dalle forze dell’ordine all’altezza di Velingara a ben 500 km dalla capitale del Senegal. Qui gli scontri con la polizia hanno provocato un morto e diversi feriti, dopodiché Osumane Sonko è stato scortato a Dakar e da quel momento non si hanno più avuto sue notizie.

Senegal, un Paese lacerato all’interno

Ieri la sentenza ha fatto riacutizzare le tensioni: il bilancio ufficiale del Ministro della Difesa parla di 9 morti in seguito agli scontri a Dakar e Ziguinchor, che portano il totale dei “martiri di Sonko” a 23, considerando che quando il caso giudiziario è esploso nel 2021 si erano registrati ben 15 decessi. Il computo si potrebbe estendere, lateralmente, a tutte le vittime del conflitto di Casamance, regione che il politico d’opposizione rappresenta, per provenienza e militanza, e che negli ultimi mesi si è riacceso.

Sono stati registrati raid contro l’università di Dakar, nelle facoltà di Medicina e Storia e contro la principale scuola di giornalismo del Paese, così come contro negozi di vario genere.

Il governo ha inoltre bloccato parzialmente l’accesso ai social network, per contrastare la diffusione di messaggi violenti e rivoluzionari in grado di turbare ulteriormente l’ordine pubblico; per converso, nei giorni precedenti all’udienza di ieri gruppi hacker affiliati ad Anonymous avevano attaccato i siti governativi, compreso quello della compagnia di volo statale Air Senegal.

La condanna definitiva impone l’incadidabilità del politico, unico degno sfidante del presidente Macky Sall, che al tramonto dei due mandati sta temporeggiando per provare ad aggirare il vincolo costituzionale e rieleggersi senza scoprirsi in anticipo.

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