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OVH server ancora in down dopo l’incendio: il punto

OVH server, la coda lunga dei danni dopo l’incendio: centinaia di siti ancora inagibili, andati persi migliaia di dati

Sono passate circa tre settimane dal disastro ai datacenter di OVH, i cui server sono andati in fumo a seguito di un incendio. Molti clienti, grazie ai precedenti backup, hanno recuperato la totalità delle funzioni, ma altrettanti altri hanno perso irrimediabilmente i propri cloud. C’è poi il permanere, clamoroso, di disfunzioni per alcuni siti, come quello del Centre Pompidou, tuttora a mezzo servizio. OVHcloud sarebbe dovuta presto approdare in borsa e, nelle intenzioni del governo, porsi come seria alternativa ai servizi di hosting di Amazon e Microsoft Azure. Ecco come l’azienda francese, ha incastrato i propri clienti con le clausole in piccolo.

Centre Pompidou

OVH, le conseguenze dell’incendio sui server

18 giorni fa, nella notte fra l’8 e il 9 Marzo, il datacentre con sede a Strasburgo di OVH, uno dei principali provider europei di servizi cloud, è stato colpito da un incendio. Le fiamme sono state placate dopo ore di lavoro, ma i server che si appoggiavano all’azienda sono rimasti del tutto irraggiungibili per dieci giorni. Attualmente, diversi aziende colpite dalle disfunzioni hanno recuperato l’accesso ai siti, ma molte altre hanno perso del tutto i propri dati. Una catastrofe, specialmente per chi lavora con i contenuti online.

 

Incendio a OVH

Il Centre Pompidou, per esempio, non ha ancora il sito disponibile nella sua integralità. Fra le altre vittime del down, la piattaforma di gaming online Rust, che ha perso totalmente il cloud, VeraCript, New Radio e Digital Metrics. Ma sono solo un manipolo dei migliaia delle aziende europee rimaste a piedi.

L’azienda nega responsabilità sul backup dei server

A rendere ancor più grottesca la situazione, il fatto che il provider si sia totalmente smarcato da responsabilità nella perdita dei cloud. Andando, infatti, a leggere fra le infinite clausole del contratto con OVH, quello che molti clienti hanno firmato negli anni, si leggono le seguenti righe:

OVHcloud non effettua alcun backup particolare dei contenuti memorizzati nell’ambito dei Servizi. Pertanto, il Cliente è l’unico responsabile dell’adozione di tutte le misure necessarie per salvaguardare i suoi dati al fine di proteggerli contro il rischio di perdita o alterazione, indipendentemente dalla causa.

E ancora:

OVHcloud non è responsabile per perdita, danneggiamento, alterazione di tutto o parte del contenuto (comprese informazioni, dati, applicazioni, file o altri elementi) presente nell’ Infrastruttura.

OVH, sullo sfondo possibili risarcimenti e class action

In poche parole, l’azienda francese riconduce quanto accaduto ad una causa di “forza maggiore”, in cui per l’appunto rientra la casistica dell’incendio. Di conseguenza, sarebbe stato responsabilità del singolo cliente eseguire periodicamente il backup dei dati online. La situazione, tuttavia, cambierebbe nettamente se si accertasse il dolo o la colpa grave di OVH dietro alle fiamme. In tal caso, infatti, il provider sarebbe costretto al risarcimento dei danni al milione di clienti che hanno visto il proprio traffico azzerato per oltre dieci giorni.

Piattaforma di gaming Rust

Al momento, tali accertamenti non sono arrivati, ma diverse coalizioni, come quella guidata da Polimeni.Legal, stanno avviando una class action contro il server provider OVH. In caso non si giunga a risultati concreti, è probabile che venga avviata un’azione legale.

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