Dizionario Arte

Paolini, Giulio

Artista italiano. Dal 1952 vive a Torino e negli anni Sessanta entra in contatto con l’ambiente artistico romano e milanese. Al di là di alcune tangenze con l’arte povera e concettuale, la sua opera scaturisce da un rigoroso confronto con gli elementi costitutivi del linguaggio pittorico (inteso nella sua accezione classica), per cui l’immagine dipinta lascia il posto all’apparire dei materiali e dei processi che ne definiscono le condizioni stesse di esistenza. Non più strumenti dissimulati della rappresentazione, i soggetti dei suoi primi lavori sono le superfici squadrate di tele bianche (Disegno geometrico, 1960), il loro retro (Senza titolo, 1962) telai, cornici o barattoli di vernice (Senza titolo, 1961).

L’indagine di Paolini si allarga ben presto ai fattori percettivi che presiedono al manifestarsi dell’opera, considerata nel suo rapporto col campo visivo dell’artista (Vedo, la decifrazione del mio campo visivo, 1969), dello spettatore (Giovane che guarda Lorenzo Lotto, 1967) e con lo spazio espositivo (De Pictura, 1979; Teatro dell’opera, 1992-1993), ricorrendo a calchi in gesso di statue antiche (Mimesi, 1975) e a riproduzioni fotografiche dei quadri di pittori classici (Nicolas Poussin, Jean-Antoine Watteau ecc.), a giochi di mise en abÑme e a scenografici allestimenti (La caduta di Icaro, 1981). Nutrita delle riflessioni di autori quali Marcel Duchamp, René Magritte, Jorge Luis Borges e Alain Robbe-Grillet, l’opera di Paolini dà corpo a una nitida e suggestiva messa in scena dei presupposti e delle convenzioni del liguaggio visivo.

Nascita: Genova 14920; :

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