Papa Francesco fa visita ai rifugiati dell’isola di Lesbo
Papa Francesco: “Vi prego, fermiamo questo naufragio di civiltà!”
Papa Francesco si è diretto a Lesbo, isola greca, per accogliere i profughi disperati da tutto il mondo. “Troviamo il coraggio di vergognarci davanti ai volti dei bambini” ha detto durante il suo discorso.
LESBO: PAPA Francesco INVIATO SULL’ISOLA
Papa Francesco era già stato sull’isola di Lesbo il 16 aprile 2016. Si è prestato in questi giorni a tornare sull’isola greca per fare visita ai rifugiati di tutto il mondo provenienti da Asia, Medio Oriente e dall’Africa. Il Pontefice è arrivato a Lesbo, atterrato prima ad Atene, accolto dalla presidente della Repubblica ellenica, Ekaterini Sakellaropoulou e dall’ordinario della diocesi, l’arcivescovo monsignor Josif Printezis.
LA CERIMONIA
Prima di dirigersi verso il luogo della cerimonia a piedi, Papa Francesco ha intrattenuto lungo il tragitto i profughi che lo attendevano, accarezzando in particolare i bambini, molti di tenera età. Durante il tragitto ha stretto mani e distribuito sorrisi, saluti e parole di conforto stringendo le mani dei rifugiati. La cerimonia prevede un canto iniziale, seguito poi dal saluto del Vescovo. All’evento è previsto anche la testimonianza di un rifugiato e quella di un volontario. Subito dopo il discorso del Pontefice, a cui segue la consegna di un dono dei bambini.
IL DISCORSO DEL PAPA
Il Papa ha tenuto il suo discorso al Reception and identification centre di Mytilene, sostituendo il campo profughi di Moria, il più grande d’Europa fino al settembre 2020 quando è stato interamente distrutto da un incendio.
“Cari fratelli e sorelle”
Ha esordito il Pontefice.
“Grazie per le vostre parole. Sorelle, fratelli, sono nuovamente qui per incontrarvi. Sono qui per dirvi che vi sono vicino. Sono qui per vedere i vostri volti, per guardarvi negli occhi. Occhi carichi di paura e di attesa, occhi che hanno visto violenza e povertà, occhi solcati da troppe lacrime.
Il Patriarca Ecumenico e caro Fratello Bartolomeo, cinque anni fa su quest’isola, disse una cosa che mi colpì: Chi ha paura di voi non vi ha guardato negli occhi. Chi ha paura di voi non ha visto i vostri volti. Chi ha paura di voi non vede i vostri figli. Dimentica che la dignità e la libertà trascendono paura e divisione. Dimentica che la migrazione non è un problema del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale, dell’Europa e della Grecia. È un problema del mondo”
Papa Francesco ha continuato ricordando anche la pandemia:
“sì, è un problema del mondo, una crisi umanitaria che riguarda tutti. La pandemia ci ha colpiti globalmente, ci ha fatti sentire tutti sulla stessa barca, ci ha fatto provare che cosa significa avere le stesse paure.
Abbiamo capito che le grandi questioni vanno affrontate insieme, perché al mondo d’oggi le soluzioni frammentate sono inadeguate. Ma mentre si stanno faticosamente portando avanti le vaccinazioni a livello planetario e qualcosa, pur tra molti ritardi e incertezze, sembra muoversi nella lotta ai cambiamenti climatici, tutto sembra latitare terribilmente per quanto riguarda le migrazioni”
Sua Santità ha inviato, anche, a contrastare i propri egoismi personali:
“Prego Dio di ridestarci dalla dimenticanza per chi soffre, di scuoterci dall’individualismo che esclude, di svegliare i cuori sordi ai bisogni del prossimo. E prego anche l’uomo, ogni uomo: superiamo la paralisi della paura, l’indifferenza che uccide, il cinico disinteresse che con guanti di velluto condanna a morte chi sta ai margini!”
Editor: Vittoria Ferrari
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