Paradise Lost
Dizionario Opera

Paradise Lost (1978)

Paradise Lost: Nel 1973 Penderecki ricevette dalla direzione del teatro di Chicago la commissione di un’opera, da rappresentarsi nel duecentesimo anniversario della dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti (1776-1976). Il fatto non aveva mancato di suscitare le proteste dei compositori americani; immediato consenso aveva invece trovato la proposta del compositore, di rivolgersi al poema epico di Milton come fonte del libretto.

Paradise Lost Libretto: Sacra Rappresentazione in Zwei Akten : Penderecki,  Krzysztof: Amazon.it: Libri

La stesura dell’opera procedette fra numerose interruzioni, richiedendo infine una proroga della data della ‘prima’, avvenuta con due anni di ritardo rispetto ai tempi previsti. L’epopea del grande poeta dell’idealismo puritano consta di più di tredicimila versi (decasillabi non rimati), in dodici libri.

Nel libretto Fry utilizza versi o emistichi da tutti i dodici libri, conservando in larga misura l’inglese antico; le didascalie sono pure tratte dai versi di Milton. La principale novità riguarda il ruolo di personaggio dato al poeta stesso, che compare a intervenire, chiarire e commentare lo svolgersi degli eventi; anche i grandi interventi corali differenziano l’opera dall’epopea di Milton.

Altri mutamenti riguardano il peso drammatico attribuito ai personaggi: Cristo è figura centrale del poema, anche nell’atto di respingere le schiere di angeli ribelli; nel libretto, per contro, gli sono riservate due brevi scene nel secondo atto, quando manifesta il suo spirito di abnegazione. Sul palcoscenico il motore degli eventi è invece Satana, benché gli manchi un interlocutore diretto (Dio non è visibile, e se ne ode solo la voce).

Paradise Lost

Eva riceve dignità in quanto donna: la sua immagine non coincide con quella offerta dal puritanesimo, e in effetti Fry elimina ogni risvolto religioso-filosofico o politico-ecclesiastico presente nel poema. Eliminati pure i riferimenti a incarnazione, morte, risurrezione e ascensione di Cristo, l’accento cade sui valori umani: è sulla forza dell’amore che Adamo – simbolo dell’umanità – dovrà riporre la propria speranza.

Atto primo . Nel giardino dell’Eden, in cielo e all’inferno, ai tempi di Milton e ‘in principio’, davanti agli occhi interiori del poeta cieco.

Quale anticipazione degli eventi, Adamo ed Eva rimpiangono la perduta gioia del paradiso seguita al peccato originale. Milton interviene e avvia il racconto della caduta di Satana agli inferi, affinché si comprenda il motivo che ha condotto il serpente a istigare gli uomini al peccato: Satana ha intimato alle sue legioni di angeli caduti di intraprendere una battaglia contro il cielo, per annientare la nuova creazione di Dio, l’uomo.

Adamo viene posto da Dio nel giardino dell’Eden perché lo coltivi e custodisca, con l’unico divieto di non mangiare i frutti dell’albero della conoscenza. Satana riesce a lasciare l’inferno e raggiungere gli uomini percorrendo il caos, dopo aver superato le resistenze della Morte e del Peccato.

Adamo impone il nome a ogni animale e compiange la propria solitudine; caduto in un sonno profondo, assiste inconsciamente alla creazione della donna. Satana tormenta in seguito la vita della coppia, inducendo Eva ad assaggiare i frutti proibiti; quale presagio, gli angeli deplorano il futuro dolore di Eva.

Atto secondo . Milton racconta del piano di Satana di presentarsi sotto forma di serpente. L’astuto animale tenta la donna, porgendo in termini positivi la vera ragione della proibizione: «si apriranno i vostri occhi e sarete come Dio». Eva coglie i frutti, ne mangia e ne offre ad Adamo: un fremito percorre la natura tutta, il giardino dell’Eden sembra illividire. L’uomo e la donna ora provano vergogna per la propria nudità, si vedono attraverso gli occhi della concupiscenza; Peccato e Morte li osservano.

Giunge dalla voce di Dio la condanna per l’atto compiuto; interviene Cristo e intercede presso il Padre, chiedendo che vengano ascoltate le preghiere della coppia: egli è pronto a sacrificarsi per gli uomini. Quando Dio decide di cacciare Adamo ed Eva dal paradiso, Satana e gli angeli caduti esultano; ma la risata infernale cui si abbandonano muore loro in gola: d’ora in poi potranno solo strisciare e bisbigliare come i serpenti.

L’arcangelo Gabriele conduce Adamo ed Eva fuori dal paradiso, immerge Eva in un sonno profondo e mostra ad Adamo, in una visione, l’avvenire: fratricidio, pestilenza, guerra, diluvio universale. Satana, Morte e Peccato trionfano; Michele ammonisce e incoraggia la coppia. La lunga peregrinazione dell’umanità ha inizio.

Opera con cui Penderecki tornò al teatro dopo l’esordio avvenuto nel 1969 ( Die Teufel von Loudun ), Paradise Lost sancisce un cambiamento stilistico: il compositore polacco vive ora la fase del cosiddetto neoromanticismo, basata soprattutto su un recupero del diatonismo, affiancato da un largo ricorso a cromatismi postwagneriani; alla stessa fase devono essere ascritti lavori come il Concerto per violino (1977), il Te Deum e la Seconda sinfonia (1980).

L’espressione ‘sacra rappresentazione’ rinvia invece allo spirito delle forme di teatro religioso, d’argomento allegorico o biblico, sviluppatesi soprattutto a Firenze nei secoli XV e XVI: di queste conserva il carattere, l’allestimento di fastosa messinscena (elaborati contrasti scenografici, angeli e diavoli, danza) e il ricorso a citazioni da opere del passato.

Quest’ultima è una prassi peraltro consueta a Penderecki, ampiamente riscontrabile anche in altri lavori; in Paradise Lost sono presenti una citazione dal Lohengrin di Wagner (l’apparizione del cigno), da parte del coro di voci bianche, e il corale ‘O große Lieb’, o Lieb’ ohn’ alle Maße’ dalla Passione secondo Matteo di Bach, quasi un’evocazione del mondo soprannaturale nel momento in cui Cristo compie atto di abnegazione.

Krzysztof Penderecki: Paradise lost (1978) Atto I, parte 1 - YouTube

La Sprechstimme di Dio viene invece contrappuntata dal canto all’unisono di un coro virile, echeggiante i modi dell’antico canto sinagogale, di rituale sacralità. L’antica melodia del Dies irae risuona infine coralmente, mentre l’orchestra attacca un tema grave e marcato nell’ampia passacaglia del secondo atto, in corrispondenza delle quattro visioni del terrore: è un momento di grande forza espressiva, fra i più riusciti dell’opera. La scrittura corale è affidata a un doppio coro di notevoli dimensioni, tendente alla monumentalità.

La scrittura vocale solistica presenta momenti di cantabilità più espansa (come nel duetto di Adamo ed Eva) e altri in cui domina la recitazione intonata, differenziata per i vari personaggi grazie all’impiego di specifiche caratterizzazioni intervallari. Anche i colori orchestrali – spesso orientati a una timbrica scura, greve – sono impiegati con valore connotativo: gli archi per Adamo, i legni per Eva, gli ottoni per Satana, il clarinetto basso e il corno inglese per il Peccato, e così via; da segnalare il clarinetto quale strumento solista, scelta presente anche in altre sue opere, e l’aggiunta, risalente al 1979, di un Adagietto introduttivo al duetto d’amore del secondo atto.

L’immagine sonora complessiva è data dall’avvicendarsi di passi orchestrali di vigorosa vitalità ritmica, quasi stravinskiana, per raffigurare l’inferno, di glissandi e trilli per ritrarre i viaggi di Satana nel caos, di momenti elegiaci legati essenzialmente alle scene di Adamo ed Eva, comprendenti anche la danza (per la creazione, il corteggiamento e il matrimonio della coppia, nonché nel cruciale momento del peccato originale).

La prima rappresentazione ebbe luogo malgrado le divergenze di vedute fra l’autore e i suoi collaboratori (il regista Virginio Puecher aveva abbandonato l’incarico); frutto di una coproduzione con il Teatro alla Scala, l’allestimento di Chicago venne riproposto il mese successivo dal teatro milanese, con la direzione di Penderecki stesso.

Fra le varie riprese si segnala quella di Stoccarda (1979), frutto del tentativo di August Everding di superare una certa staticità oratoriale tipica dell’opera, infondendo maggior dinamicità all’azione; la versione di Stoccarda è stata adottata anche per gli allestimenti di Monaco e di Varsavia (1980).

Type:

(Il paradiso perduto) Sacra rappresentazione in due atti

Author:

Krzysztof Penderecki (1933-2020)

Subject:

libretto di Christopher Fry [Christopher Harris], da Milton

First:

Chicago, Lyric Opera, 29 novembre 1978

Cast:

John Milton (rec), Adam (Bar), Eve (S), la voce di Dio (rec, coro), Satan (Bar), Beelzebub (T), Moloch (B), Belial (T), Mammon (Bar), la Morte (Ct), il Peccato (Ms), Zephon (S), Ithuriel (Ct), Gabriel (T), Raphael (Ct), Messias (Ct), Michael (T); angeli c

Signature:

m.t.m.

Conclusione: Paradise Lost: Nel 1973 Penderecki ricevette dalla direzione del teatro di Chicago la commissione di un’opera, da rappresentarsi nel anniversario della dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti.

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