Pardon de Ploërmel
Dizionario Opera

Pardon de Ploërmel, Le (1859)

Pardon de Ploërmel: È questo il secondo dei due opéras-comique scritti da Meyerbeer (il primo fu L’Étoile du Nord ), noto soprattutto come il principale creatore del genere del grand-opéra. L’idea originaria era quella di un’opera in un atto, con tre soli personaggi, basata su due leggende bretoni, La Chasse aux trèsors e La Kacouss de l’armor , raccolte e pubblicate sulla ‘Revue des deux mondes’ da Emil Souvestre; da queste Michel Carré aveva già tratto una pièce, Les Chercheurs du trésor.

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Il progetto iniziale venne ampliato in quello di un opéra-comique in tre atti, pare su richiesta del direttore dell’Opéra-Comique, Perrin; Meyerbeer stesso riscrisse parte del testo, lavorandovi nei primi mesi del 1859. Del progetto iniziale venne mantenuta l’ambientazione campestre che, insieme allo stato di alterazione psichica della protagonista, fa di Pardon una specie di Sonnambula.

Per il debutto londinese al Covent Garden (26 luglio 1859), alcuni mesi dopo la ‘prima’ assoluta, Meyerbeer sostituì i dialoghi originali con i recitativi, secondo l’uso italiano, e aggiunse un’aria per la parte del capraio, un ruolo en travesti (“Depuis lors, quand la nuit gagne”); in quell’occasione l’opera assunse il titolo di Dinorah , con il quale è tuttora nota fuori di Francia.

In Bretagna, nel paese di Ploërmel, alla vigilia del pellegrinaggio annuale in onore della Vergine. Protagonista è la giovane Dinorah, il cui matrimonio con Hoël, esattamente un anno prima, è stato impedito da un violento temporale che le ha distrutto la casa, riducendola in povertà.

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Ella crede che Hoël l’abbia abbandonata e, impazzita, vaga per i boschi alla ricerca della sua amata capretta Bellah, scomparsa anch’essa in quel giorno. Il giovane, invece, su consiglio del mago Tonik, è partito alla ricerca del tesoro degli gnomi, sperando così di restituire all’amata l’agiatezza. Egli dovrà vagare per un anno, e poi tornare in paese, dove un segno misterioso gli indicherà la strada al tesoro.

Questo l’antefatto: quando l’opera ha inizio, un anno è passato e in paese giunge il giovane pastorello Corentin per prendere possesso della sua eredità, la casa del vecchio Alain; Corentin rivela subito la sua paura degli spiriti (“Dieu nous donne à chacun”). Giunge anche Hoël: il suo vagabondaggio è terminato, ed egli attende il segno che lo condurrà alla ricchezza. Ma il tesoro è stregato: chi lo toccherà per primo morirà. Hoël, reso spietato dal miraggio dell’oro, vorrebbe condurre con sé il vecchio Alain e stornare su di lui il maleficio.

Alla notizia della morte di questi il giovane, sempre più esaltato (“O puissante magie”), ha facile gioco nel convincere l’ingenuo Corentin a seguirlo, promettendogli metà delle ricchezze (“Un trésor”). Il segno misterioso appare: la capretta di Dinorah e i due s’incamminano sulle sue tracce. Anche Dinorah, ormai completamente fuori di senno (“Ombre légère”), è alla sua ricerca, e giunge nottetempo nella valle maledetta che ospita il tesoro; lì svela al sempre più impaurito Corentin la leggenda (“Grand Dieu, quelq’un”).

Dinorah - Wikipedia

Hoël crede dapprima che ella sia una visione, poi riconosce la collana che le è caduta; e quando Dinorah, inseguendo la sua Bellah, precipita dall’alto di un ponticello distrutto da un fulmine, corre a salvarla. In preda ai rimorsi (“Ah, mon remords te venge”), comprende che l’amore conta ben più delle ricchezze e, dopo che Dinorah ha ripreso i sensi, la convince che ciò che è avvenuto è stato solo un sogno (“Vois… regard ces lieux”). La casa è stata ricostruita, la capretta è tornata, e i due protagonisti possono finalmente condurre a termine la cerimonia nuziale interrotta l’anno precedente, come se nulla fosse accaduto.

L’idea di ‘annullare’ gli avvenimenti dell’anno trascorso è suggerita dalla musica. L’opera si apre infatti con una originale ouverture, inframmezzata dal canto del coro, che consente la narrazione dell’antefatto sintetizzando gli avvenimenti dell’anno trascorso: i pellegrini in preghiera, la tempesta, la disperazione e la pazzia di Dinorah, infine il ritorno del sereno; con la stessa preghiera dell’ouverture, ‘Sainte Marie’, si conclude l’opera, con perfetta circolarità.

Della leggerezza e della briosità che caratterizzano il genere dell’ opéra-comique , Meyerbeer conserva traccia soprattutto nel personaggio di Corentin, il tipico campagnolo credulone e pauroso di tutto (nella sua prima aria, “Dieu nous donne à chacun”, confessa la sua codardia senza appello). Inoltre Corentin è un abile suonatore di cornamusa, e ciò contribuisce a introdurre una nota di ‘colore locale’ nel successivo duetto con Dinorah, dove la protagonista fa a gara con il clarinetto, che ‘impersona’ lo strumento popolare (“Il faut se hâter”).

La stessa funzione ricoprono le arie del cacciatore e del mietitore, il duetto dei pastori e il quartetto di questi personaggi, che danno luogo a una specie di intermezzo campestre all’inizio del terzo atto. Il personaggio di Dinorah, un vero e proprio soprano di coloratura, è caratterizzato dal virtuosismo vocale; non per nulla fu un cavallo di battaglia del famoso soprano Adelina Patti, apprezzata in questa parte anche dal severo Eduard Hanslick.

L’impiego di arie virtuosistiche di stampo italiano rientra d’altronde nei canoni dell’ opéra-comique , e l’esempio più celebre nell’opera, l’aria del secondo atto “Ombre légère qui suis mes pas”, va fatta risalire alla lunga tradizione ottocentesca di ‘arie di follia’: su un ritmo di valzer, Dinorah canta e balla con la sua ombra, invitandola a non allontanarsi da lei, e intreccia con il flauto vertiginose cadenze.

Altrettanto di bravura la prima aria della protagonista (“Dors petite, dors tranquille”), una cullante berceuse in cui ella immagina di vegliare il sonno della sua capretta. La parte di Hoël ha pure una pagina di estrema bellezza e di grande difficoltà tecnica: l’aria del suo rimorso per il dolore arrecato alla fidanzata (“Ah, mon remords te venge”), nella forma strofica tipica dell’opera francese.

Type:

(Dinorah) Opéra-comique in tre atti

Author:

Giacomo Meyerbeer (1791-1864)

Subject:

libretto di Jules Barbier e Michel Carré, da Les Chercheurs du trésor di Carré

First:

Parigi, Opéra-Comique, 4 aprile 1859

Cast:

Dinorah (S), Hoël (Bar), Corentin (T), il capraio (S), la capraia (S), un cacciatore, un mietitore; abitanti del villaggio, taglialegna, pellegrini

Signature:

a.t.

Conclusione: Pardon de Ploërmel: È questo il secondo dei due opéras-comique scritti da Meyerbeer (il primo fu L’Étoile du Nord ), noto soprattutto come il principale creatore del genere del grand-opéra

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