
Paris Fashion Week 2023. Dior
A seguire, dopo le settimane della moda di New York, Londra e Milano, è arrivato il turno della Paris Fashion Week 2023. Dior ha dedicato la sfilata a Catherine, sorella di Christian Dior che ispirò la famosa fragranza Miss Dior. La direttrice creativa Maria Grazia Chiuri l’ha presa a modello di forza e libertà e come prima rappresentante di tutte le donne che hanno saputo vivere con indipendenza e nonostante gli stereotipi riguardanti la femminilità. A lei ha accostato Edith Piaf e Juliette Greco, le cui voci hanno accompagnato le modelle in passerella.
L’ispirazione alle tre donne
L’ideale presenza di Dior, Piaf e Greco è palpabile in passerella, grazie ad alcuni accorgimenti negli abiti e nel trucco delle modelle. A partire da quel Non, je ne regrette rien senza tempo, che si ode in sottofondo e si vede ricamato su alcune T-shirt, a ricordare una vita vissuta in libertà e controcorrente. Come quella di Catherine Dior, il cui ricordo è affidato ai tessuti volutamente stropicciati (una ribellione allo stiro perfetto che simboleggia una ribellione alle regole imposte dagli altri) e ai numerosi richiami floreali: dopo esser stata in vari campi di concentramento infatti, ha scelto di fondare la sua nuova vita, in un atto di ribellione e resilienza, sulla coltivazione e la vendita dei fiori. C’è poi l’intensità del trucco nero sugli occhi, che non può non ricordare Juliette Greco ed evocare la Nouvelle Vague di Jean-Luc Godard e il mistero di una femminilità ribelle e forte.

Se gli abiti ricordano la sorella del couturier francese grazie alla tessitura con fili metallici, che evitano il drappeggio dei tessuti e li rendono vivi e modellabili, conferendo loro anche la possibilità di un volume architettonico, l’omaggio a Catherine Dior non si esaurisce in questo. A richiamarla – non solo nel nome – è anche la scenografia realizzata da Joana Vasconcelos, Valkyrie Miss Dior, un’installazione tessile avvolgente e monumentale definita dai richiami floreali.

L’eredità Dior
La prossima collezione invernale è caratterizzata dall’uso di colori primari e ricami colorati e luminosi, dalla presenza di petali in pelle e stampe floreali deformate e dall’effetto volutamente grinzato di tessuti che vorrebbero sembrare definiti dall’identità di chi li indossa. Ma accanto a ciò rimangono i codici distintivi della maison: se l’evocazione della figura mitica della parigina viene affidata a trench, stampe di mappe vintage, guanti in pelle e berretti neri, i colori e le stampe che hanno fatto la storia di Dior vengono attualizzate dalla mano di Maria Grazia Chiuri.

Christian Dior era convinto che il nero fosse il più elegante fra i colori: non può mancare in questa collezione, in cui costituisce la base, che dà uniformità e bilancia ogni interpretazione creativa, su cui si sviluppano textures corpose e piacevoli al tatto. Il nero contraddistingue anche alcuni dei cerchietti indossati dalle modelle, un accessorio che la Chiuri continua a usare con successo per alludere all’eleganza bon ton per cui Dior è conosciuta.

Ancora presenti i motivi decorativi storici della casa di moda: i quadretti, che a suo tempo Christian Dior prese in prestito dal guardaroba maschile, si associano ora a tessuti increspati e fanno la loro comparsa anche su alcuni accessori. A questi si affiancano la stampa leopardata e il motivo Cannage, che compare su quella borsa Book Tote che è diventata già un’icona. Altri riferimenti grafici sono i quadri e le righe, che decorano cappotti double-face e sono declinati in stile marinaro e richiamati dagli accessori in pelle effetto lucertola.

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