Arte

PASSATO E PRESENTE NELL’ARTE DI CHRISTIAN BOLTANSKI

Circa 200 grandi fotografie di sconosciuti, stampate su tessuto, sospese al soffitto e in movimento nello spazio aprono la mostra Christian Boltanski. Dopo alla Fondazione Merz di Torino. Un’esposizione che si presenta come un’istallazione unica, un racconto corale in cui la storia e lo scorrere del tempo diventano la materia del lavoro dell’artista parigino.

Di tutti i suoi lavori (dopo la prima esperienza legata alla pittura del 1968) da quando inizia a dedicarsi alla memoria personale e collettiva con la fotografia, frammentando realtà e immaginazione, accumulando materiali e oggetti, creando assemblages. Indeando archivi, costruiti, per riportare in vita ricordi dimenticati e mescolare il passato con il presente.

A Torino appare anche il volto di Boltanski in Entre Temps, prima da giovane poi da adulto, segue lo scorrere del tempo che passa trasformando i ricordi fino a renderli ombre, presenze illusorie. E precarie come la vita umana, dove si cerca di trattenere anche ciò che sfugge in una sequenza di un racconto che prosegue con Clapping Hand. Un omaggio a Mario Merz e alla capacità di coltivare il proprio tempo per renderlo fecondo a chi verrà dopo.

Ultime, scatole di cartone, impilate une sulle altre come torri: sono archivi dimenticati che si impossessano di uno spazio. Appena illuminate che scrivono la parola DOPO.

Christian Boltanski. Dopo

Fino al 31 gennaio 2016

Fondazione Merz, Torino

 

 

 

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