Spettacolo,  Musica

PATTI SMITH

A cinque giorni dalla cerimonia del Nobel, Patti Smith racconta la performance dedicata a Bob Dylan

Il 10 dicembre, a Stoccolma, Patti Smith non ha retto all’emozione: ha dimenticato le parole scritte dal suo amico Bob e chiesto di ricominciare a cantarle..Sul New Yorker la cantante di Horses ha raccontato la sua esperienza e il momento del blackout emotivo, causato da  una “schiacciante crisi di nervi”. La cantante ha confessato di aver scelto di eseguire ‘A Hard Rain’s A-Gonna Fall’ perché si tratta di un brano da lei molto amato sin dall’adolescenza e contenuto nel primo album del cantautore americano da lei posseduto, The Freweheelin’ Bob Dylan, del 1963. La Smith ha provato il pezzo prima di esibirsi di fronte al pubblico del’accademia svedese, ma il presentimento che qualcosa poteva andare storto è arrivato la mattina della cerimonia:

La mattina del Nobel, mi sono svegliata on un po’ d’ansia. Stava piovendo in modo torrenziale e non la finiva di smettere. Poi mi sono vestita e ho riprovato la canzone con fiducia”.

La grande emozione di Patti Smith alla cerimonio del Nobel

Un momento prima dell’esecuzione del pezzo, Patti Smith, come una qualsiasi giovane promessa sul palco di Sanremo, ha sentito l’emozione, la responsabilità, le gambe molli di fronte alla prestigiosa platea svedese e la consapevolezza che stava partecipando ad un momento della storia della cultura e della letteratura che sarebbe passato alla storia:

mi sono seduta vicino al direttore d’orchestra. La serata stava andando come previsto.  Quando mi sono seduta mi sono immaginata i premiati del passato camminare verso il Re di Svezia per essere investiti della medaglia, Herman Hesse, Thomas Mann, Albert Camus. A quel punto Bob Dylan è stato proclamato premio Nobel per la letteratura, e il mio cuore ha iniziato a battere. Dopo che è stato letto un toccante discorso dedicato a lui, ho sentito pronunciare il mio nome e mi sono alzata in piedi. Come nelle fiabe, mi trovavo davanti il Re e la Regina della Svezia e alcune delle migliori menti viventi, armata soltanto della canzone in cui, verso dopo verso è codificata tutta l’esperienza e la forza del poeta che l’ha scritta“.

Patti inizia a cantare, si sente che l’emozione è altissima, e difatti, dopo qualche verso è costretta ad interrompersi e chiedere scusa all’orchestra e al pubblico: “dall’angolo dell’occhio vedevo l’enorme stuolo di telecamere, e i dignitari, e il pubblico. Non ero abituata a una crisi di nervi di questo genere, così non ho potuto continuare. Non avevo dimenticato le parole, che erano parte di me. Ero semplicemente incapace di tirarle fuori.”

La canzone di Patti Smith per Bob Dylan

Patti Smith non ha retto ma non ha perso la sfida di rappresentare con onore e personalità l’amico assente, cantando un brano che a sua volta parla di grandi sfide, contro ogni ingiustizia e ogni guerra. In questo uno dei brani politici più noti del primo Dylan, straordinario come ‘Blowin in the wind’ e ‘Master of War’, ma più di questi incalzante ed evocativo.

Oh, where have you been, my blue-eyed son?
Oh, where have you been, my darling young one?
I’ve stumbled on the side of twelve misty mountains,
I’ve walked and I’ve crawled on six crooked highways,
I’ve stepped in the middle of seven sad forests,
I’ve been out in front of a dozen dead oceans,
I’ve been ten thousand miles in the mouth of a graveyard,
And it’s a hard, and it’s a hard, it’s a hard, and it’s a hard,
And it’s a hard rain’s a-gonna fall…

 

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