John Lee
News

Pechino punta su John Lee come nuovo leader di Hong Kong

È ufficiale: il numero due di Hong Kong John Lee si è dimesso dal governo per poter partecipare alle prossime elezioni

Dopo le voci, ecco i fatti. John Lee, ormai ex numero due del governo di Hong Kong, si candida ufficialmente alla corsa elettorale per l’elezione del prossimo 8 maggio del capo esecutivo (Chief Executive). Nella giornata di mercoledì ha tenuto una breve conferenza stampa per annunciare la propria candidatura. “Se le mie dimissioni saranno approvate dal governo centrale , ho intenzione di candidarmi per le prossime elezioni del capo dell’esecutivo”, ha detto Lee.

Ringrazio il popolo di Hong Kong. Essere nel governo da oltre 40 anni al servizio del popolo di Hong Kong è una gloria”, ha aggiunto. Lee ha espresso anche la propria gratitudine a Carrie Lam, ai suoi colleghi e ai legislatori per il loro sostegno.

Carri Lam

Nei giorni scorsi l’attuale capo esecutivo Carrie Lam aveva dichiarato che non si sarebbe ricandidata per un secondo mandato. “Ho già annunciato a tutti che la famiglia è la mia priorità“. Il suo mandato è iniziato nel 2017 e ha dovuto affrontare delle prove difficili.  Ha dovuto trovare un bilanciamento tra la tradizione democratica della città e la pressione sempre più stringente di Pechino. L’epidemia di Covid-19, che proprio in queste settimane sta mettendo in crisi la città, è stata l’altro grande test. Se John Lee dovesse essere eletto, la sua prima azione sarà quella di gestire la situazione sanitaria.

Cosa significa la candidatura di John Lee per Hong Kong

John Lee, ex poliziotto, prima di dare le dimissioni, era il segretario alla sicurezza ed è stato in prima fila nella lotta contro le proteste e i manifestanti del biennio 2019-2020. Manifestazioni portate avanti dalla parte democratica della città per protestare contro la “legge sull’estradizione” e contro la “legge di sicurezza nazionale” che conferiscono a Pechino molto più potere.

Il Chief Executive viene eletto dal Comitato Elettorale che è dominato da politici pro-Pechino e industriali. Nel frattempo, l’Ufficio di collegamento di Hong Kong, organo che rappresenta il governo centrale di Pechino, ha comunicato che Lee sarà l’unico candito supportato dal Partito comunista cinese e che quindi, molto probabilmente, sarà anche l’unico candidato. L’influente politica pro-Pechino Maria Tam ha affermato che l’avere solo un candidato non significa per gli abitanti di Honk Kong avere meno scelte.

La scelta di John Lee da parte del Partito comunista significa che la Cina non è sicura della sicurezza di Hong Kong, che una regione amministrativa speciale. Pechino non si fida ancora del governo di Hong Kong. Secondo John Burns, professore onorario dell’Università di Hong Kong, questa scelta significa che nessun governante sarà ritenuto responsabile per il caos di fine 2019 e simbolizza il decadimento del sistema di responsabilità di tutta la città.

 

Leggi anche:

Hong Kong, la leader Carrie Lam non si ricandiderà

Due giudici britannici si dimettono dall’alta corte di Hong Kong

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÙ!