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Per il famoso scacchista Kasparov l’occidente ha sbagliato a trattare con Putin in passato

Il “Grande maestro” Kasparov ritiene che le politiche occidentali di dialogo con Putin sono state scellerate e sbagliate

Con un editoriale pubblicato su The Wall Street Journal l’ex campione del mondo degli scacchi, Garry Kasparov, si ritiene deluso dal fatto che le iniziative occidentali atte a contenere Putin siano state preso solo ora, dopo la guerra e le devastazioni in Ucraina. L’atteggiamento acquiescente dell’Occidente ha contribuito alla situazione attuale. La speranza di Kasparov è che il sangue ucraino versato deve essere il nuovo punto di partenza per “annientare la macchina da guerra di Putin“.

Kasparov, L’Occidente e Putin

Kasparov in questo editoriale critica aspramente, e con rammarico, quelle posizioni di molti politici occidentali che hanno cercato di dialogare con Putin anziché contenerlo con la forza. Il risultato di questa politica è la guerra iniziata il 24 febbraio e le ricadute economiche e politiche si ripercuotono su tutto il mondo.

È difficile non sentirsi amareggiati rispetto a quello che avrebbe potuto essere – e a quante vite avrebbero potuto essere risparmiate – se queste medesime iniziative miranti a dissuadere Putin fossero state intraprese anni fa”, ha scritto. Inoltre, quella politica passiva e miope, perché ha funzionato solo nel breve periodo, ha reso l’Europa intera dipendente dal gas e petrolio russi. 

Secondo Kasparov i politici occidentali (Macron e Merkel e Obama al loro tempo) non hanno capito che isolare con la forza Putin è l’unico modo per avere sviluppi duraturi. Avevano già chiuso un occhio nel 2008 durante l’invasione della Georgia e nel 2014 con la guerra di Crimea. “Forse, Obama e Merkel potrebbero recarsi insieme in visita a Kyiv, per constatare di persona i danni che hanno contribuito a causare e per chiedere scusa al popolo ucraino“, attacca l’ex campione del mondo.

Da tempo vado affermando che Putin è un problema russo e deve essere destituito dai russi. L’Occidente, però, deve smetterla una volta per tutte di aiutarlo. Ogni telefonata che legittima la sua autorità, ogni metro cubo di gas e ogni barile di greggio importati dalla Russia è una sorta di salvagente lanciato a una dittatura che, per la prima volta, sta vacillando”, afferma Kasparov.

Cosa farà l’occidente?

Biden il 9 maggio ha approvato “la prima legge degli affitti e prestiti dai tempi della Seconda guerra mondiale per accelerare l’invio di aiuti umanitari e di armi all’Ucraina”.

Le forniture di armi dalla comunità internazionale hanno permesso di respingere, almeno per il momento, l’invasore, ma non basta. L’occidente deve fornire più armi a Zelensky perché “[…] un cessate-il-fuoco che lasci su suolo ucraino i soldati russi non farebbe altro che permettere a Putin di continuare il suo genocidio e le deportazioni segrete di massa di cittadini ucraini, come avviene fin da quando ha invaso l’Ucraina nel 2014″.

USA e Europa hanno poche scelte di fronte. Continuare a supportare l’ucraina e a indebolire la Russia o far prevalere gli interessi economici. “Ora che la guerra entra in una nuova fase, nella quale difendersi non basta più, vedremo quanto gli alleati dell’Ucraina si dimostreranno davvero devoti.

La aiuteranno a vincere, ad annientare la macchina da guerra di Putin e a ricostruire tutto il territorio ucraino? Manterranno in vigore le sanzioni per accrescere le pressioni interne su Putin e per far capire alla sua cerchia di mafiosi che finché Putin resterà al potere non ci sarà possibilità alcuna per loro e per le loro famiglie di tornare nel mondo civile?”.

 

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Editor: Lorenzo Bossola

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