per un pugno di dollari
Spettacolo,  Cinema

“Per un pugno di dollari”, la nascita dello spaghetti western

“Per un pugno di dollari”, il capolavoro di Sergio Leone che lanciò Clint Eastwood su Rai 3, 25 luglio

“Per un pugno di dollari” di Sergio Leone va in onda sabato 25 luglio su Rai 3: a nemmeno un mese dalla scomparsa del maestro Ennio Morricone, riviviamo le emozioni di un film che battezzò un genere (spaghetti western) e un attore (Clint Eastwood). Appuntamento in prima serata alle 21.25 su Rai 3 e contemporaneamente su Raiplay. Inoltre, in onore di Ennio Morricone, molti film di cui ha firmato la colonna sonora sono disponibili sulla piattaforma streaming di casa Rai (vedi).

Per un pugno di dollari: l’inizio della trilogia del dollaro

Primo film della Trilogia del dollaro, Per un pugno di dollari ha contribuito a reinventare e ridefinire un genere: lo spaghetti western. Insieme agli altri due film della trilogia, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo, il film ebbe un successo mondiale. Non il primo film del genere, come erroneamente si pensa, ma di sicuro uno dei più importanti.

La pellicola, remake del western La sfida del samurai, segna anche l’esordio del sodalizio tra Sergio Leone (regista), Ennio Morricone (compositore) e Clint Eastwood (attore). In particolare Eastwood cominciò ad affermarsi come star internazionale. Sergio Leone e Ennio Morricone, dal canto loro, cominciarono la loro ascesa al successo in campo cinematografico.

La trama del film e significato del titolo

La pellicola uscì nel 1964. In un paese del West americano, a confine con il Messico, giunge il duro e puro pistolero solitario (Clint Eastwood). Nel paese ci sono due famiglie rivali e, capendo la situazione, il personaggio di Eastwood inizia a fare il doppiogioco, vendendosi a entrambe le famiglie “per un pugno di dollari”.

Curiosità

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Un manifesto franecese del film, dove vengono riportati i nomi Bob Robertson (Leone) e John Wells (Gian Maria Volonté)

Trattandosi di un film distribuito negli Stati Uniti, la produzione, composta da molti italiani, decise di usare dei falsi nomi inglesi. Sergio Leone, ad esempio, si firmò Bob Robertson; Gian Maria Volonté usò il nome di John Wells, mentre Ennio Morricone quello di Dan Savio, nome con cui firmò anche la colonna sonora.

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