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Perché Putin vuole l’acciaieria Azovstal di Mariupol: l’obiettivo strategico per il dopoguerra

Putin ferma l’offensiva su Azovstal, l’acciaieria di Mariupol

Questa mattina Vladimir Putin ha ordinato al suo esercito di fermare l’assalto all’acciaieria Azovstal di Mariupol. Lì da giorni sono asserragliati i soldati ucraini, nel tentativo di resistere agli attacchi nemici. Ma cosa avrebbe spinto il presidente russo a sospendere l’offensiva?

Putin sostiene di averlo fatto per evitare un grosso bagno di sangue, in una guerra dove però fino ad ora non sembra essersi mai curato della vita dei suoi stessi soldati o di quella dei civili. La vera motivazione è più probabile che risieda nell’importanza che gli impianti dell’acciaieria rappresentano per un eventuale rilancio dell’economia quando la guerra sarà conclusa.

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Mariupol: Azovstal garantisce la ripartenza economica

Nel corso di un incontro avvenuto tra Putin e il suo ministro della Difesa Sergey Shoigu, il presidente russo ha affermato che la zona industriale dell’acciaieria va circondata con un blocco di ogni via di fuga. “Non deve passare una mosca”, ha ordinato. Inoltre, ha invitato gli Ucraini a deporre le armi, garantendo loro “un trattamento dignitoso”.

Azovstal è ritenuta un centro di produzione industriale fondamentale in tutta l’Ucraina. La fabbrica è gemellata con l’impianto metallurgico di Adviivka, ed entrambe appartengono all’oligarca ucraino Rinat Akhmetov.

Nonostante gli attacchi e i bombardamenti, i Russi starebbero cercando di proteggere questo enorme impianto tenendo in considerazione gli obiettivi strategici. La loro posizione ideale sulla costa potrebbero garantire a Mosca una ripartenza rapida dell’economia una volta conclusa la guerra. Vi sarebbe anche questo tra i motivi che hanno spinto i Russi a proporre le quattro offerte di cessate il fuoco avanzate negli scorsi giorni.

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Azovstal: a Mariupol i soldati ucraini non hanno scelta

La situazione di stallo che si è venuta a creare all’acciaieria Azovstal è dovuta anche ad altri motivi. Come spiega il generale Marco Bertolini, la resistenza ucraina tiene duro all’interno dell’acciaieria perché si tratta di un ambiente compartimentato e che consente di essere ben organizzati. Allo stesso modo, i Russi non stanno impiegando tutte le loro armi per evitare una totale carneficina in un luogo su cui sono puntati gli occhi di tutto il mondo.

In questi giorni si stanno aprendo corridoi umanitari da Mariupol e da Azovstal per garantire la salvezza dei civili. Ma i militari sono di fronte ad un unico bivio: continuare a combattere con le armi a disposizione o arrendersi.

I combattenti del Battaglione Azov e i soldati ucraini continuano a combattere riparandosi nei tunnel dell’acciaieria insieme a centinaia di civili. Ma sono ormai consapevoli che respingere l’assedio sarà un’impresa impossibile. “Il nemico è dieci volte più numeroso di noi”, ammettono. Chiedono al mondo un intervento per essere salvati. Tutto pur di non finire nelle mani dei Russi, che preparano già la parata vittoriosa del prossimo 9 maggio.

 

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Editor: Susanna Bosio

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