Dizionario Arte

Perugino, Pietro

Perugino, Pietro. Pittore, attivo soprattutto a Perugia, da cui deriva il suo soprannome.

La prima parte della sua carriera è oscura, ma sembra che si sia formato soprattutto a Firenze, dove Vasari dice che studiò con Verrocchio -dovrebbe essere all’incirca lo stesso periodo in cui Leonardo da Vinci era a bottega da quest’ultimo (si dice anche che fu allievo di Piero della Francesca; potrebbe essere avvenuto prima del suo arrivo a Firenze).

Nel 1472 fu registrato come pittore nella confraternita di San Luca a Firenze (nello stesso anno di Leonardo) e nel 1475 ritornò a Perugia. Dal 1481 era tanto famoso da essere ingaggiato per affrescare le pareti della Cappella Sistina, appena costruita a Roma in onore di papa Sisto IV (Francesco Della Rovere), insieme a Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Cosimo Rosselli (in seguito completò l’opera Signorelli).

Vasari sostiene che Botticelli

Vasari sostiene che Botticelli era a capo della squadra, ma alcuni studiosi moderni ritengono che fosse più verosimilmente Perugino ad avere il comando, in parte per l’importanza dei suoi contributi. La sua opera principale nella cappella fu Cristo che consegna le chiavi a san Pietro; realizzò anche l’affresco per l’altare, ma questo fu distrutto per far spazio al Giudizio universale di Michelangelo.

La sua fama si consolidò saldamente; ricevette commissioni da vari luoghi dell’Italia centrale e negli anni Novanta del Quattrocento possedeva un laboratorio a Firenze e uno a Perugia. Nel 1500 veniva descritto come il miglior pittore d’Italia (da Agostino Chigi) e infatti a quel tempo la sua carriera era all’apice.

Era un grande ritrattista

Era un grande ritrattista tanto quanto pittore d’affreschi, ma oggi è meglio noto per le sue pale d’altare, che sono di solito delicate, pie e piuttosto sentimentali. Pare che il suo stile non riflettesse la sua personalità, perché Vasari dice che “non era un uomo religioso” e che “avrebbe fatto di tutto per denaro”.

Verso il 1505 lasciò la competitiva atmosfera di Firenze, dove il suo stile sembrava ormai desueto, e si stabilì definitivamente a Perugia, anche se tornò a Roma per dipingere un soffitto per papa Giulio II (Giuliano Della Rovere) nella Stanza dell’Incendio in Vaticano.

La sua opera più tarda

La sua opera più tarda è spesso stanca e ripetitiva, ma al suo meglio, come nell’affresco del Vaticano, possiede l’autorità del grande maestro. L’armonia e la chiarezza spaziale delle sue composizioni e le sue figure idealizzate influenzarono fortemente Raffaello, che lavorò con lui all’inizio della sua carriera, così Perugino può essere considerato come uno dei precursori dell’alto rinascimento. Una seconda ondata della sua influenza arrivò nel XIX secolo, quando venne glorificato dai *preraffaelliti.

Nascita: Castello della Pieve 1450; Morte: Fontignano 1523

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