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Phil Spector: morto in carcere l’inventore del Wall of Sound

È morto Phil Spector, produttore discografico di grandi nomi come Beatles e John Lennon. Dal 2009 era detenuto per l’omicidio dell’attrice Lana Clarckson

È morto il 16 gennaio 2021 Phil Spector, produttore musicale attivo negli anni ’60 e ’70 e inventore della tecnica Wall of Sound. Spector stava scontando la pena carceraria dal 2009 dopo l’accusa di omicidio dell’attrice Lana Clarckson. È morto per complicazioni dovute al Covid a 81 anni nella prigione di Stato della California, a Corcoran.

Phil Spector e il Wall of Sound

Phil Spector fu un geniale quanto eccentrico produttore musicale. Sin dall’adolescenza era interessato alla musica e alla dimensione della produzione, tanto che assieme ad alcuni amici formò la band Teddy Bears, che però si sciolse negli anni ’60. Durante gli anni del liceo produsse il suo primo successo, To Know Him Is to Love Him, che arrivò al primo posto della classifica Billboard.

Durante gli anni Sessanta si avvicinò sempre di più alla produzione, legando il suo nome a diversi successi discografici. Lavorò con molti artisti di colore, che riuscì ad avvicinare ai gusti della middle class bianca statunitense. Fu l’inventore del cosiddetto Wall of Sound, chiamato anche Spector Sound: si tratta di una tecnica di registrazione che aggiungeva alla classica strumentazione pop gli strumenti tipici della musica orchestrale. Questi venivano registrati e sovrapposti per ottenere un suono unisono e arrivare ad un effetto di riverbero così che lo spettatore fosse avvolto completamente. Spector definiva questo metodo come un approccio wagneriano al rock. Una delle canzoni che meglio esemplificano questa tecnica è Be My Baby, del 1963 interpretata dalle Ronettes. Tra i tanti che hanno preso ispirazione da questa tecnica, c’è anche Bruce Springsteen per le registrazioni di Born to Run.

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Phil e Ronnie Spector

Negli anni successivi legò il suo nome ad altri molto importanti nella storia della musica contemporanea. Produsse infatti Let It Be dei Beatles – sebbene Paul McCartney ne abbia pubblicato una versione con i nastri originali nel 2003, Let It Be… Naked – e successivamente firmò diverse pubblicazioni di John Lennon, Eric Clapton, George Harrison, Tina Turner, Ramones e Leonard Cohen. Spector rimase inattivo durante gli anni ’80 e ’90.

Il processo e la morte

Il suo nome tornò alla ribalta nel 2003, quando l’attrice Lana Clarkson venne trovata morta nella sua residenza. Spector dichiarò che si trattava di suicidio accidentale, ma subì un processo per omicidio di secondo grado che portò alla condanna, il 29 maggio 2009, ad una pena dai 19 anni all’ergastolo.

La vicenda è stata la fonte di ispirazione per un film del 2013 intitolato Phil Spector. Diretto da David Mamet, vede Al Pacino nei panni del produttore discografico e Helen Mirren in quelli di Linda Kenney Baden, il suo avvocato.

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Phil Spector

Spector è deceduto il 16 gennaio 2021, all’età di 81 anni, a causa di complicanze legate al Covid-19. Secondo le fonti, aveva contratto il virus quattro settimane fa e, per questo, aveva subito un trasferimento in ospedale.

Le sue condizioni sembravano migliorate, tanto da farlo tornare in cella, dove però è morto. Ronnie Spector, moglie del produttore dal 1968 al 1974, lo ha ricordato in un lungo post su Instagram, dicendo quanto fosse un produttore geniale ma un marito disgustoso.

La loro fu una storia molto travagliata, a causa dell’esagerata gelosia di Phil, tanto che arrivò a chiuderla in un armadio per impedirle di uscire di casa. La cantante si dice comunque dispiaciuta della notizia e che, comunque, sorride ogni volta che ascolta la musica che hanno creato assieme.

 

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