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Arte,  Libri

Philip Roth: esce l’attesissima biografia scritta da Blake Bailey

L’attesa biografia di Philip Roth scritta da Blake Bailey esce in America e crea subito polemiche.

La vita di Philip Roth, fino alla sua morte nel 2018 a 85 anni, è sempre stata molto discussa, dalle accuse di misoginia ai suoi controversi libri che raccontano, in realtà, anche di lui.

Proprio per questo motivo ha deciso nel 2012 di far raccontare la propria vita. Il libro che, è uscito in America il 6 Aprile, è senza dubbio interessante perché racconta senza sconti la complessa personalità di Roth. Lo scrittore stesso, quando ha affidato il racconto della sua vita a Blake Bailey aveva detto: “Non mi devi riabilitare. Piuttosto, rendimi interessante“.

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La copertina della biografia dello scrittore.

Chi era Philip Roth?

Nato a Newark il 19 Marzo 1933, Philip Roth è stato uno dei più noti e premiati scrittori statunitensi della sua generazione. Di origini ebraiche inizia a scrivere qualche breve racconto per giornali americani importanti come Esquire e The New Yorker. L’esordio letterario avviene con Addio, Columbus e cinque racconti, un insieme dei racconti in cui fin da subito mostra le caratteristiche della sua scrittura: psicanalisi, laicismo e satira.

Il successo vero e proprio arriva però con il suo quarto romanzo, Il lamento di Portnoy, il racconto di una seduta dallo psicologo in cui il protagonista monologante racconta le sue ossessioni. Il tutto è stato scritto in maniera autobiografica. Un altro romanzo che ha avuto particolare successo è stato American Pastoral, di cui, nel 2016, è stato fatto un film, con Ewan McGregor e Dakota Fanning (C’era una volta Hollywood).

Si sposa due volte, prima con Margaret Martinson, con cui il matrimonio durò poco, e poi con Claire bloom, con la quale il matrimonio finì in malo modo. Lo scrittore divorziò dalla prima moglie anche a causa dell’inganno perpetrato da lei, che gli fece credere di essere incinta per farsi sposare. Poco dopo il divorzio lei morì in un incidente d’auto.

Roth scrisse 31 libri in 55 anni di carriera, anche grazie alla sua rigidissima routine. Seguiva infatti una dieta rigorosa, faceva esercizio fisico e aveva orari rigidi come un monaco. Nonostante le numerose nomination al Nobel per la Letteratura, non riuscì mai a vincerlo. Si spense poi a 85 anni, nel 2018, per un’insufficienza cardiaca.

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La collaborazione con Blake Bailey

La decisione di scegliere Bailey come scrittore per la sua biografia è avvenuta dopo che Roth ha preso in considerazione altri due biografi. Il primo era stato Ross Miller, un professore di letteratura inglese all’Università del Connecticut, con cui però i rapporti si sono logorati presto. La seconda scelta era stata Hermione Lee, la biografa di Virginia Woolf e Edith Wharton. Roth aveva però deciso di non farsi raccontare da una scrittrice femminista, perché “non voleva essere ricordato come un uomo che non amava le donne”.

L’incontro con Blake Bailey, ex insegnante dell’Oklahoma e autore di biografie letterarie su Richard Yates e John Cheever, fu più fortunato. Nonostante Roth si chiese come una persona come Bailey potesse raccontare della sua vita, questo rispose “Non sono un alcolizzato bisessuale con un’antica stirpe puritana, ma sono comunque riuscito a scrivere una biografia di John Cheever”. Dimostrata così la sua versatilità, Bailey ricevette l’accesso a tutte le fonti più vicine allo scrittore, da amici a parenti ad ex amanti, e a tutti gli scritti di Roth stesso sulla sua vita.

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Blake Bailey, lo scrittore che ha firmato la biografia di Philip Roth.

Le accuse di misoginia

Una delle molte donne che ha accusato lo scrittore di misoginia è stata proprio la seconda moglie, Claire Bloom. Il matrimonio con la donna fu culla di diversi successi per l’autore ma si concluse in malo modo. La ex moglie scrisse un libro di memorie, Leaving a Doll’s House (1996), nel quale denuncia la misoginia, il carattere scontroso e i diversi episodi di infedeltà del marito. Philip Roth, non celebre per essere in grado di lasciar correre, aveva risposto alle accuse della ex moglie con 295 pagine, raccolte in Notes for My Biographer. Anche questo scritto è stato consultato da Bailey nello scrivere la biografia.

Nella biografia si trova infatti un passaggio particolarmente importante in cui Blake Bailey contribuisce a smentire la  fama di misogino di Roth. Philip dichiara di avere effettivamente un problema con le donne ma che lo abbia avuto solo con le due donne che ha avuto la sfortuna di sposare.

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Philip Roth con la ex moglie Claire Bloom, autrice di Leaving a Doll’s House

Una personalità complessa e a tratti ambigua

Tante persone che sono entrate in contatto con Philip Roth sostengono che la sua personalità sia molto complessa e piena di tutte quelle contradizioni che contraddistinguono ogni uomo. Blake Bailey, lavorando a stretto contatto con lui per molti anni, dice di lui:

“Philip ha passato la maggior parte della sua vita nel suo piccolo cottage nel Connecticut, lavorando alla sua scrivania e vivendo dentro la sua testa 12 ore al giorno. […] La nostra relazione si è sempre trovata sull’orlo tra il professionale e l’amichevole, e questa sarebbe potuta essere una dinamica imbarazzante. Ma principalmente Philip mi piaceva molto. Ci sono stati vari interventi molto duri nelle ultime due settimane riguardo Philip. Posso assicurarvi che se aveste conosciuto Philip, avreste fatto molta fatica a non apprezzarlo e a volergli bene.”

Per poter leggere il libro in Italia dovremo aspettare fino all’anno prossimo, ma per chi si volesse cimentare nella lettura di questa biografia-romanzo in inglese, possiamo assicurare che la lettura sarà davvero interessante.

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