ettore scola
Spettacolo,  Cinema

“Piacere, Ettore Scola”: una vita per immagini fino al 2017

Fino all’8 gennaio 2017 in mostra la vita e la carriera artistica di uno dei più grandi registi italiani del secondo novecento: Ettore Scola

Ha aperto sabato scorso la mostra ‘Piacere, Ettore Scola‘. Una ricca panoramica di fotografie, disegni, oggetti di scena legati a uno dei più importanti autori della commedia all’italiana. 

In esposizione fino all’8 gennaio al Museo Carlo Bilotti di Roma. Il titolo della mostra è un omaggio alla gentilezza del regista. Capace di approcci delicati ma anche di trovate sulfuree e sarcastiche, così com’è stato il suo cinema, che l’ha reso celebre dopo una lunga gavetta in campo artistico, iniziata nel mondo dei fumetti e della caricatura.

Poi l’esordio da sceneggiatore e quello alla regia, con la commedia del 1964 ‘Se permettete parliamo di donne’ con Vittorio Gassman e Eleonora Rossi Drago.

Qui è già riconoscibile lo spirito dell’artista che saprà confermarsi e perfezionarsi nei successivi quarant’anni di carriera. Con uno sguardo intelligente e dolce-amaro sui caratteri tipici degli italiani del boom che lo distingue dal cinismo di Dino Risi, dall’intellettualismo di Petri e Antonioni e dalle fastosità del cinema di Visconti. Scola è stato un regista popolare, ma privo della retorica bozzettistica di tanti colleghi italiani e stranieri.

Producendo una sintesi tra basso e alto indice di una visione artistica forte e personale, ben raccontata da chi lo ha conosciuto bene, come l’attore Jean-Louis Trintignant: ‘Registi francesi non ce n’è. Sono noiosi, senza umorismo né ironia.

Ecco perché in Francia amiamo Scola. I nostri registi o sono dei grossolani che girano solo stronzate, oppure fanno film cosi cerebrali da romperti i coglioni‘. Scola è stato molto legato al tema della memoria. Se ben condivisa, può costituire sostegno e ingrediente base dell’unione tra esseri umani: dell’amore, dell’ideologia politica, della solidarietà intellettuale. Tutti temi da lui affrontati con serietà e humour e con un occhio attento alla storia del cinema e ai suoi illustri antenati: il cinema muto, il teatro, la fotografia.

Al Museo Bilotti sarà possibile così visionare un mémoire del regista di Trevico. Una rassegna completa di ciò che Ettore Scola ha amato, le persone e le cose a fianco delle quali ha vissuto. Una galleria di immagini e memorabilia, divisa in due parti, cronologica e tematica.

Nel primo caso, possiamo conoscere l’artista da giovane e immaginare la sua carriera a partire dal lavoro da vignettista nel settimanale satirico Marc’Aurelio. Per arrivare poi alle prime prove registiche, ricostruendo così i motivi originari delle sue creazioni. Nel secondo caso abbiamo a che fare esclusivamente con la vita artistica di Scola, a partire dal rapporto con attori e sceneggiatori, con le passioni per il cinema e per  il teatro, anche grazie al supporto visivo delle sue bozze e disegni.

Non manca il materiale scenografico e promozionale dei suoi film: vinili di collone sonore, locandine e tanti cimeli eccezionali come la celeberrima lettera del film ‘Totò, Peppino e la Malafemmina’, che il futuro regista – ai tempi venticinquenne, contribuì a scrivere.

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