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Pietro Parolin chiarisce la posizione del Vaticano sul Ddl Zan

Il cardinale Pietro Parolin sul Ddl Zan: “Non chiediamo un blocco, ma una modulazione del testo”

La Nota Verbale consegnata dai vertici del Vaticano all’ambasciata italiana non ha tardato a suscitare i primi effetti. Alle parole di ieri pomeriggio di Mario Draghi, che ha definito l’Italia uno “Stato laico, non confessionale“, ha ribattuto oggi la Santa Sede. Il portavoce e il cardinale Pietro Parolin, che afferma che la Chiesa non chiede che il Parlamento blocchi l’introduzione del Ddl Zan, ma semmai che rimoduli parte del testo. Questo per evitare pericolosi fraintendimenti e interpretazioni della norma che possano minare le libertà concesse alla Chiesa dal Concordato.

Pietro Parolin interviene sul Ddl Zan

Il contenuto della Nota Verbale, consegnata dal Vaticano all’ambasciata italiana il 14 Giugno e di cui si è venuto a conoscenza negli ultimi giorni, occupa da ore buona parte della discussione politica. L’esternazione delle perplessità della Chiesa sul disegno di legge contro la discriminazione omotransfobica ha nuovamente messo in luce quanto si sia ancora divisi sul tema. È arrivata ieri sera l’attesa dichiarazione del premier Draghi:

Il nostro è uno Stato laico, il Parlamento è sempre libero di discutere e di legiferare. La laicità non è indifferenza dello Stato rispetto al fenomeno religioso, è tutela del pluralismo e della diversità.

Il dibattito sul Ddl Zan si allarga nelle ultime ore con le dichiarazioni, rese note da Vatican News, del cardinale e Segretario della Santa Sede Pietro Parolin, colui che ha dato l’approvazione finale alla Nota poi consegnata alle autorità italiane.

Il Vaticano chiarisce e cerca il dialogo

Parolin ha rilasciato un’intervista dai toni pacati e conciliatori, con l’obiettivo primario di chiarire l’intento del Vaticano dietro alla consegna della nota. Questo il passaggio focale:

La nostra preoccupazione riguarda i problemi interpretativi che potrebbero derivare nel caso fosse adottato un testo con contenuti vaghi e incerti, che finirebbe per spostare al momento giudiziario la definizione di ciò che è reato e ciò che non lo è. Il concetto di discriminazione resta di contenuto troppo vago.

Ddl Zan Chiesa

A chiarimento ulteriore, il cardinale afferma anche:

 Vorrei precisare che non è stato in alcun modo chiesto di bloccare la legge. Siamo contro qualsiasi atteggiamento o gesto di intolleranza o di odio verso le persone a motivo del loro orientamento sessuale, come pure della loro appartenenza etnica o del loro credo

Si evidenzia dunque come l’intento del Vaticano fosse quello di approfondire il discorso sul concetto di discriminazione, al centro del Ddl Zan, in modo che non entri in conflitto con gli accordi fra lo Stato e la Chiesa. Parolin ha, infatti, ribadito la sussistenza di patti sulle libertà conferite alla comunità cattolica in base al Concordato. Il Segretario del Vaticano non ha poi nascosto un certo fastidio per la diffusione della Nota Vocale, che nelle intenzioni del mittente doveva rimanere riservata e confidenziale.

 

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