Dizionario Arte

Pistocchi, Giuseppe

Architetto italiano. Studiò prima presso Giuseppe Boschi, detto il Carloncino e quindi, a Roma, dal Murena, sotto la cui spinta si accostò inizialmente al neo-cinquecentismo. Nel 1774 fu nominato Ingegnere Architetto dei Beni Camerali in Romagna. Negli anni successivi eseguì importanti commissioni tra Faenza e Ravenna, partecipando attivamente al dibattito per i lavori architettonici e urbanistici nella città natale; a tale proposito, nel 1797, entrò in polemica con Antolini in relazione al progetto per gli archi di trionfo. Pagò la sua presa di posizione con l’estromissione dall’ambiente faentino. Si spostò a Milano, dove lavorò per il progetto di Piazza Duomo e realizzò, tra il 1802 e il 1813, le Porte Marengo, Sempione e Orientale; tornò a più riprese a Faenza, e lavorò anche a Mantova. Nel 1814 venne nominato professore presso l’Università di Pavia, incarico che poté mantenere per breve tempo, prima di morire a Faenza. Il linguaggio architettonico di Pistocchi subì un’evoluzione che andava di pari passo con la maturazione di idee politiche giacobine: dall’incertezza stilistica iniziale, che lo portava ad assecondare indifferentemente influenze barocche e cinquecentiste, passò, verso gli anni Novanta, a un neoclassicismo inquieto, venato di riferimenti a un’architettura di basso profilo, più vicina agli strati inferiori della società; da questa tensione sociale derivava anche l’attenzione verso la riforma del contesto urbanistico. Nascita: Faenza 1744; Morte: Faenza 1814

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