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Moda

Pitti Uomo 2022, Raffaello Napoleone: “la ripresa della moda italiana”

Arrivano le dichiarazioni di Raffaello Napoleone sull’edizione di Pitti Uomo 2022: raddoppiano le presenze rispetto al 2021

Bilancio positivo per questa edizione di Pitti Uomo 2022. Nonostante le problematiche causate dalla variante Omicron e l’uscita di brand del calibro di Brunello Cuccinelli, Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti, aveva assicurato la massima sicurezza per questa edizione fisica di Pitti Immagine. E così, venuti all’ultimo giorno di esposizione, Raffaello Napoleone parla del successo di questa 101°edizione, una certezza per gli espositori e lavoratori del settore. Ma ancora di più per la moda italiana.

 

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Pitti e la rinascita della moda italiana

I tre giorni di Pitti Uomo 2022 secondo Raffaello Napoleone rappresentano un successo per la moda italiana, sempre in maggior crescita.

«Circa 4.500 i compratori stimati alla chiusura, nessun curioso, ma gente determinata a sostenere quella che io chiamo economia reale. I primi dieci Paesi esteri per affluenza compratori sono Olanda, Francia, Germania, Spagna, UK, Belgio Svizzera, Turchia, Usa, Russia. Qualche coraggioso, è arrivato da Cina, Giappone, Corea del Sud e Cina Hong Kong».

I numeri di Pitti Uomo 2022 raddoppiano

E anche senza i numeri pre-Covid, la 101° edizione di Pitti Immagine rappresenta comunque il doppio della manifestazione dello scorso luglio. Infatti, a luglio 2021 gli espositori erano 260, mentre ora aumentano a 548, con altrettanti giornalisti presenti. E chi ha visitato? Napoleone conferma che alla fine del primo giorno il totale dei visitatori sfiorava i 4mila.

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Raffaello Napoleone

«Tutta la struttura di Pitti Immagine ha lavorato per aprire il salone in completa sicurezza. È l’edizione della conferma della forza dell’uomo italiano e internazionale. Della visione prospettica positiva. Dell’impegno. So che è stato faticosissimo, molto molto challenging, ma abbiamo fatto quello che diceva la legge. Più che un miracolo, direi una sfida vinta».

Di Michele Micera

 

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