POIRET SS19, FEMMINILITÀ AL CARDIOPALMA
Poiret, una storia di inizi novecento che pesa come un macigno sulle spalle di Yiqing Yin
Epoche distinte e ispirazioni lontane: per Yiqing Yin è davvero un’impresa poter omaggiare Poiret, il sarto più osannato del ‘900.
Oltretutto, le mode sono cambiate e la cultura dei due protagonisti è agli antipodi. Per la designer cinese è stato fondamentale cogliere i frutti della sua multiculturalità che l’ha spinta, in giovane età, a fare spola tra Francia e Australia.
La collezione primavera/estate 2019 è nel segno di una femminilità esibita con abiti in seta che scivolano maliziosi sulle curve delle modelle. Fluidità al Grand Palais, la location scelta per il secondo show dell’azienda.
Il progetto creativo di Yin segna un’apertura verso un mondo altamente contemporaneo che esclude qualsiasi ritorno al passato.
Sovrapposizioni e spacchi vertiginosi, decolté ben esibiti e trasparenze provocanti: Poiret di oggi è esibizionista ma vira la volgarità, con il consenso, probabilemente, del buon Paul che durante gli anni della sua attività trasformò il costume dei primi anni del XXI secolo, ancora influenzato dalla Belle Époque, in un abbigliamento orientato a liberare la donna dallo sfarzo.
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La voce Poiret è consultabile sul Dizionario della Moda di MAM-e.it
“Tra il 1900 e il 1901 lo troviamo presso la Maison Worth dove i suoi prototipi di tailleur sportivi e un mantello a forma di kimono orientale, Confucius, troppo innovativo, non incontrano l’approvazione di Jean Philippe Worth. Costretto a lasciare la celebre sartoria per divergenze di vedute, nel 1903 Poiret avvia la prima attività indipendente al 5 di rue Auber.”
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