Polonia e l'aborto: Varsavia vuole inasprire le leggi
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Polonia e l’aborto: sono previste leggi più severe per le donne

POLONIA E L’ABORTO: UN “GRANDE FRATELLO” CHE VUOLE CONTROLLARE I DIRITTI DEI PROPRI CITTADINI. 25 ANNI PER ABORTO E 5 PER ABORTO SPONTANEO

Oggi 1° dicembre il Parlamento polacco discuterà una nuova proposta di legge per limitare i diritti delle donne che decidono di abortire.

LA STRETTA DELLA POLONIA SULL’ABORTO

La Polonia si sta preparando ad inasprire sempre di più le leggi del proprio governo, andando verso un regime sempre più autoritario, un “Grande fratello” che controlla i propri cittadini. E lo fa già per le donne che vorrebbero interrompere una gravidanza. Lo scorso gennaio è entrata in vigore la legge che vietava l’aborto anche in casi di gravi malformazioni del feto.

Oggi il Parlamento polacco discuterà una nuova proposta di legge avanzata dal movimento Pro – Right to Life Foundation che andrà ad inasprire le leggi già in vigore per quanto riguarda i diritti delle donne.

Le donne non potrebbero abortire nemmeno in caso di stupro, incesto o se la donna fosse a rischio gravidanza. “Regole” che vanno a sovrapporsi a quelle già in vigore da anni, spazzando via, quindi, le rarissime eccezioni dedicate alle donne in Polonia.

L’ABORTO CONSIDERATO UN OMICIDIO

La legge sull’aborto in Polonia potrebbe intensificarsi ancora di più e inasprire le pene. Le donna potrebbero essere condannate a 25 anni di galera per aborto e a 5 anni per aborto spontaneo. In alcuni casi è previsto anche l’ergastolo. Secondo il disegno di legge l’embrione sarebbe già considerato un bambino nel momento in cui viene concepito.

“Il disegno di legge che cerca di equiparare l’aborto all’omicidio è l’ultimo di un’ondata di attacchi crudeli e discriminatori ai diritti umani delle donne da parte dei legislatori polacchi che sta mettendo a maggior rischio la salute e la vita di donne, ragazze e persone che hanno bisogno di un aborto” 

Ha commentato l’Amnesty International.

LA POLONIA COME UN GRANDE FRATELLO MEDIEVALE

Il Parlamento sta approvando la creazione dell’Istituto per la famiglia e la demografia che avrà lo scopo ufficiale di scoraggiare divorzi, impedire aborti e disgregare le famiglie arcobaleno. Una legge che, quando sarà approvata definitivamente dal Senato (probabilmente a metà dicembre), introdurrà da gennaio una sorta di “superprocuratore” che avrà accesso a tutti i dati personali dei cittadini e potrà perseguitarli. Un’avversione, in un continente che ha sconfitto due volte regimi totalitari che aspiravano al controllo totale dei cittadini e alla repressione delle minoranze e degli oppositori. E che vanta oggi le norme più all’avanguardia nel mondo per la protezione dei dati personali.

Inoltre, a Bartlomiej Wroblewski, deputato polacco vicino alla fondazione ultrareligiosa Ordo Iuris, che aveva permesso le leggi anti-abortiste, saranno affidati poteri da magistrato, potrà partecipare ai processi per aborto, divorzio o nelle udienze sulle famiglie LGBTQ+ nella veste di procuratore.

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