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Pos e contanti, tutti contro il governo Meloni 22

Bankitalia, Ocse e UE criticano il ritorno dell’uso del contante voluto dal governo

Le mosse del governo Meloni in materia di pagamenti in contanti e limite al Pos presenti nella manovra di bilancio non piacciono agli esperti (e a tanti cittadini) perché, quanto meno, frenano la lotta all’evasione fiscale.

La guerra al contante e Pos

Nelle ultime settimane e negli ultimi giorni le voci di preoccupazione e di dissenso verso la direzione presa dal governo per quanto riguarda contanti e Pos si fanno sempre più sentire.

Prima il governo Meloni ha alzato la soglia massima per i pagamenti in contati a 5 mila euro, poi ha tolto le sanzioni agli esercenti che si rifiutano di usare il Pos, obbligo introdotto dal governo Draghi nel giugno scorso, e, infine, ha alzato la soglia per il Pos a 60€. Come già detto in precedenza e come riaffermato dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, su La Stampa, le norme sui contanti e Pos possono essere riviste se dovessero compromettere la legge di Bilancio e i rapporti con l’Europa, soprattutto per quanto riguarda il PNRR.

Le critiche di Bankitalia e Ocse

Le critiche infatti non sono mancate e non mancheranno. Ieri Bankitalia ha considerato negativamente l’operato del governo. “I limiti all’uso del contante rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione”, dice Fabrizio Balassone, capo servizio struttura economica della Banca d’Italia.

“Soglie più alte favoriscono l’economia sommersa, mentre l’uso dei pagamenti elettronici ridurrebbe l’evasione”, ha aggiunto. Subito a seguire, anche l’Ufficio parlamentare di Bilancio ha commentato negativamente: “[così facendo] si allentano due vincoli che possono contribuire a contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro”. “Misure volte a limitare l’utilizzo del contante potrebbero svolgere un ruolo positivo nella lotta conto l’evasione e il riciclaggio”, ha aggiunto.

In un’intervista a La Repubblica l’economista senior dell’Ocse, Mauro Pisu, ha affermato che la direzione intrapresa dall’Italia va contro quella auspicata.

“Il limite al pagamento in contanti dovrebbe essere basso. Non certo 3 o 5mila euro, e una soglia di mille euro sarebbe adeguata per l’Italia”, ha detto. “Limitarne l’uso è fondamentale per contrastare l’evasione fiscale. E non ci deve essere nessun limite inferiore all’uso dei pagamenti digitali. Qualsiasi provvedimento nella direzione di limitare i pagamenti digitali va nella direzione sbagliata in quanto facilita l’evasione”, ha aggiunto.

PNRR

La questione non si limita solo alla lotta all’evasione fiscale, ma riguarda anche i rapporti con l’UE nella fattispecie del PNRR. La Commissione Europea ha ribadito che l’Italia di Draghi aveva preso l’impegno di “contrastare l’evasione fiscale, in particolare nella forma dell’omessa fatturazione, potenziando i pagamenti elettronici obbligatori anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti”.

Non a caso Balassone di Bankitalia ha affermato che “le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del paese che anima il PNRR e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”.

 

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Foto di copertina: ANSA

 

Editor: Lorenzo Bossola

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