Dizionario Arte

preraffaellita, confraternita

Preraffaellita, confraternita. Nome adottato nel 1848 da un gruppo di giovani artisti inglesi che condividevano un forte sgomento per quello che consideravano lo stato moribondo della pittura inglese e speravano di riconquistare la sincerità e la semplicità della prima arte italiana (prima del tempo di Raffaello, che consideravano come il capostipite dell’accademismo). Il nucleo del gruppo era formato da tre compagni di studio della Royal Academy-William Holman Hunt, John Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti (al quale, figlio di un ex rivoluzionario italiano, si deve l’impronta del gruppo come fratellanza segreta).

Gli altri quattro affiliati della confraternita preraffaellita erano il pittore James Collinson, lo scultore Thomas Woolner e i critici d’arte W.M. Rossetti (1829-1929) e F.G. Stephens (1828-1907). Ford Madox Brown fu loro stretto alleato, anche se non fu membro della fratellanza a tutti gli effetti. Il movimento ebbe all’inizio un forte sapore letterario; i membri pubblicarono una rivista dalla breve vita chiamata Germ (quattro numeri, 1850); Rossetti si distinse sia come poeta che come pittore.

Suo fratello definì gli scopi della fratellanza come segue: “1) avere idee genuine da esprimere; 2) studiare la natura attentamente, così da sapere come esprimerle; 3) condividere ciò che è diretto, serio e sincero nell’arte precedente, a esclusione di ciò che è convenzionale, ostentato e imparato a memoria; 4) e più importante di tutti, realizzare dipinti e statue che siano assolutamente validi”.

Il loro desiderio di fedeltà alla natura si esprimeva attraverso un’osservazione dettagliata più che attraverso un ricordo mentale o letterario, con l’uso di una tecnica chiara, luminosa, dalle forme precise, mentre la loro serietà morale si nota nella scelta di temi religiosi o comunque elevati. Il tipo di immagini che odiavano erano le ‘macchine’ accademiche e le triviali scene di genere.

Le iniziali PRB

Le iniziali PRB furono usate all’inizio nel quadro di Rossetti Infanzia di Maria Vergine (Tate, Londra) esposto nel 1849 e vennero adottate dagli altri membri della fratellanza. Quando si venne a sapere il loro significato, nel 1850, il gruppo venne fatto oggetto di furiose critiche. Charles Dickens lanciò il suo attacco sul periodico Household Words, definendo il Cristo nella casa dei genitori (1849-50, Tate) “gretto, odioso, rivoltante e repellente” (in seguito divenne amico di Millais). Dickens si sentiva oltraggiato dal disprezzo per Raffaello (ancora considerato senza riserve da molti critici il più grande pittore della storia) e considerava il proclama di cercare ispirazione prima di Raffaello come una regressione antiprogressiva verso il primitivismo e la bruttezza.

La fortuna dei preraffaelliti migliorò notevolmente dopo la pubblica difesa da parte di Ruskin nel 1851 e il gruppo attirò numerosi seguaci. Tra questi ci furono John Brett, Charles Allston Collins, Walter Howell Deverell, Augustus Egg, Arthur Hughes, Henry Wallis e due artisti che sono ricordati ciascuno per un solo capolavoro preraffaellita: Henry Alexander Boiler (1824-1903), pittore di The Doubt: “Can These Dry Bones Live?” (1855, Tate) e William Shakespeare Burton (1824-1916), pittore di The Wounded Cavalier (1856, Guildhall Art Gallery, Londra).
Dal 1853, tuttavia, la fratellanza stessa si era praticamente sciolta.

giovanile spirito rivoluzionario

A parte il loro giovanile spirito rivoluzionario (erano molto giovani nel 1848) e il loro romantico anche se ingenuo medievalismo, i primi membri avevano poco in comune come artisti e presero strade separate. Dei seguaci originari solo Hunt rimase fedele alle dottrine della confraternita. Millais adottò uno stile più libero e continuò a essere il pittore più famoso e di successo del suo tempo. Curiosamente, fu Rossetti, il meno attento agli ideali dei preraffaelliti (non usò mai una pittura molto dettagliata), che portò avanti il nome. Sebbene le sue ultime opere, costituite soprattutto da languide rappresentazioni di femmes fatales, siano molto diverse dai primi quadri preraffaelliti, la definizione rimase attaccata a lui e ai suoi seguaci.

Così nell’immaginario popolare il termine preraffaellita è legato a immagini da romanzo medievale e, per ironia della sorte, un movimento iniziato come rivolta contro l’artificiosità e il sentimentalismo è oggi identificato con una sorta di fuga dalla realtà.

Questa seconda ondata- confraternita preraffaellita

Questa seconda ondata pseudo-medievale ebbe le sue radici nella decorazione della nuova sala conferenze della Oxford Union Society (oggi Old Library) con scene tratte dalla leggenda di re Artù (1857), un progetto in cui Rossetti fu assistito da Burne-Jones, William Morris, Val Prinsep (1838-1904) e altri artisti (i dipinti, a tempera, furono tecnicamente mal eseguiti e sono molto sbiaditi). L’influenza di Rossetti durò anche dopo la sua morte e le sue donne tentatrici, insieme con le bellezze più pallide ed eteree di Burne-Jones, furono molto imitate a cavallo del secolo, quando entrarono a far parte del gusto *simbolista.

La tradizione della confraternita preraffaellita proseguì anche nel XX secolo con l’opera di artisti quali Evelyn De Morgan, Sidney Harold Meteyard (1868-1947), John Byam Shaw (1872-1919) e John Melhiush Strudwick (1849-1937). Dopo la prima guerra mondiale, tuttavia, le opere in questo stile vennero considerate vecchie e la reputazione dei preraffaelliti originari crollò. Nel 1948 il centenario della fondazione del movimento fu segnato da diverse mostre e dalla pubblicazione di un libro fondamentale (Pre-Raphaelite Painters di Robin Ironside e John Gere), ma non fu che dagli anni Sessanta del XX secolo che si verificò un rinnovato interesse per questi temi.

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