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Price cap, accordo UE a 180 euro al Megawattora

L’accordo è stato raggiunto tra i 27 Paesi UE dopo mesi di trattative. Per la Russia è “inaccettabile”

Ieri, lunedì 19 dicembre, i ministri dell’Energia dell’Unione Europea hanno trovato un accordo per l’introduzione del price cap al gas a 180 euro al Megawattora in caso di superamento di tale soglia per più di tre giorni consecutivi. Il tetto al prezzo del gas entrerà in vigore dal 15 febbraio 2023.

Finalmente il price cap

Dopo mesi di trattative alla fine i Paesi del Nord hanno ceduto e hanno permesso l’intesa. Con il sì della Germania e con l’astensione dei Paesi Bassi e Austria i 27 Paesi UE fanno blocco e introducono il price cap sul gas. Solo l’Ungheria ha votato contro. La soglia della proposta iniziale della Commissione Europea per il tetto al prezzo del gas era di 275 euro al Megawattora, ma questa proposta è stata reputata insufficiente. Ma come funziona il nuovo price cap “dinamico”?

Devono avvenire contemporaneamente due situazioni. Primo, il prezzo del gas sul mercato di riferimento europeo (il TTF) supera i 180 euro al Megawattora per più di tre giorni consecutivi. Secondo, il prezzo del TTF supera di almeno 35 euro il prezzo del GNL (Gas naturale liquefatto). Una volta che queste condizioni sono state raggiunte, il price cap rimane attivo per 2o giorni.

“Siamo riusciti a spuntarla in Europa sul price cap. Una battaglia che molti davano per spacciata e che invece abbiamo portato a casa”, dice soddisfatta la premier Giorgia Meloni.

Per il momento l’accordo ha fatto abbassare i prezzi del gas ma secondo gli esperti non sarà sufficiente a modificare sostanzialmente il mercato dell’energia. Anche perché solo ad agosto e a settembre si è superata la soglia dei 180 euro al Megawattora. Secondo il presidente di Arera Stefano Besseghini il price cap è “sicuramente più basso di quello con cui si era cominciata la discussione. Ma rimane alto rispetto ai prezzi industriali. Vediamo come reagisce il mercato e che effetti si determineranno nel medio periodo. Certamente in qualche maniera gli scambi saranno mitigati”.

Un’altra condizione imposta prevede l’acquisto congiunto dei Paesi UE di almeno il 15% degli stoccaggi di gas.

Ora l’UE dovrà fare lo sforzo politico e di integrazione tra i vari Paesi membri per disaccoppiare il prezzo dell’elettricità prodotta con fonti rinnovabili o con nucleare da quella prodotta con il gas per evitare un rialzo indistinto dei costi, come riporta il Corriere della Sera. Per il marzo prossimo la Commissione presenterà una proposta al riguardo.

 

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Foto di copertina: Reuters

 

Editor: Lorenzo Bossola

 

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