Primo arbitro donna Serie A
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Primo arbitro donna in Serie A: il debutto 22

Primo arbitro donna in Serie A: ha debuttato domenica 2 ottobre Maria Sole Ferrieri Caputi

Domenica 2 ottobre è stata una giornata storica per il Campionato italiano.

Ha debuttato infatti in Serie A il primo arbitro donna, della sezione di Livorno, Maria Sole Ferrieri Caputi.

Alle 15:00, al Mapei Stadium, dove si giocava la partita tra Sassuolo e Salernitana, finita 5-0, gli occhi erano tutti puntiati su di lei. Non ci sono stati comportamenti scorretti o insulti da parte di tifosi e giocatori. I sostenitori della Salernitana hanno fischiato al momento del rigore a favore del Sassuolo, ma le proteste erano per il rigore in sè. Del resto, come dice la stessa Maria Sole, “Uomo o donna che sia, l’arbitro sta antipatico a tutti”.

Sempre in occasione del rigore, inoltre, la direttrice di gara ha placato con fermezza le recriminazioni di Piatek e Candreva. Si può sicuramente parlare di un debutto positivo, in una partita che non era complessa, nella quale il nuovo arbitro ha dovuto fischiare poco. In totale 18 falli: 10 al Sassuolo e 8 alla Salernitana. L’unico cartellino alzato è stato un giallo per l’intervento falloso di Tonny Vilhena su Frattesi. Intervistata dalla Domenica Sportiva, in serata, Maria Sole Ferrieri Caputi ha parlato di un “sogno realizzato” e ha ringraziato le tifoserie per l’accoglienza.

Della vita privata di Maria Sole non si conosce molto, ma la sua passione per il calcio nasce in famiglia, quando a sette anni si recava allo stadio con il padre. Poi sono arrivate le prime partitelle con i compagni maschi durante la ricreazione e la decisione di seguire un modello. La figura che affascinava Maria Sole era l’argentina Carina Vitulano, arbitro delle partite di Europei e Mondiali femminili in tempi in cui i direttori di gara donna non avevano nessuna visibilità.

I precedenti di Ferrieri Caputi

Ferrieri Caputi, che ha già sottolineato di non voler essere chiamata “arbitra”, aveva cominciato a dirigere partite da 17enne. A 25 anni era arrivata la prima in Serie D e, cinque anni dopo, era stata promossa in C. Il passaggio in Serie B, ultima tappa prima di arrivare al traguardo più importante, era avvenuto con la partita Cittadella-Spal nel 2021, mentre in questa stagione aveva arbitrato Modena-Frosinone e Brescia-Perugia.

A dicembre dello stesso anno, inoltre, con la partita Cagliari-Cittadella, valida per i sedicesimi di finale di Coppa Italia, era stata la prima donna a dirigere una squadra di Serie A. Sempre in Coppa Italia, aveva diretto anche Sampdoria-Reggina. Il suo nome aveva figurato poi nel team arbitrale di MonzaUdinese (terza giornata della stagione corrente).

Le parole del presidente dell’Aia e le difficoltà iniziali

Il presidente dell’Aia, Alfredo Trentalange, aveva commentato la promozione con queste parole: “Quello femminile è un movimento di 1.700 associate. E per la prima volta una donna fa il suo esordio in Serie A. Questo è un momento storico dopo oltre 110 anni. Qui non viene dato per privilegio quello che spetta per diritto.

È un momento di grande soddisfazione, non è retorica, è un successo di tutto un movimento fatto da 30mila persone”. Il nuovo arbitro di Serie A, però, non aveva nascoso le difficoltà trovate sul cammino per farsi spazio tra i professionisti e aveva ricordato quanto fossero stati complicati i primi tempi. Non erano mancati, infatti, insulti e pregiudizi, da parte di colleghi e tifosi, soprattutto nelle categorie più basse.

 

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