Proteste di studenti in tutta Italia: più sicurezza negli stage e ascolto da parte del governo
Le proteste degli studenti: basta tragedie negli stage
Continuano le proteste degli studenti negli istituti scolastici di tutta Italia. Dopo la morte di Giuseppe Lenoci, rimasto ucciso in un incidente stradale durante uno stage, si rialza la tensione. Il Fronte della gioventù comunista ha indetto per venerdì una manifestazione di protesta a carattere nazionale. Si temono disordini e violenze.
La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese chiede che i responsabili dell’ordine pubblico intervengano preventivamente per garantire il regolare svolgimento delle manifestazioni.
Le proteste degli studenti
A Torino le scuole occupate questa mattina erano circa trenta, tra assemblee, proteste e dibattiti. Last, Laboratorio studentesco, spiega: «Riportiamo la nostra rabbia in piazza per Lorenzo e Giuseppe e continuiamo a costruire l’opposizione studentesca al governo Draghi. Organizziamo scioperi in tutto il Paese contro il modello di scuola-lavoro voluto dall’Unione Europea e da tutti i governi di centrodestra e centrosinistra. Continuiamo a gridare che il ministro Bianchi, che per mesi ignora le richieste degli studenti, si deve dimettere».
Di fronte all’ennesima tragedia che ha colpito la generazione Z, gli studenti scelgono di scendere di nuovo in piazza. L’appuntamento è per venerdì 18 febbraio. «Non dimenticheremo e non perdoneremo», riecheggia da settimane nelle strade delle principali città italiane. «Deve essere una risposta complessiva, conflittuale e unitaria – spiegano i ragazzi delle scuole – anche alle dichiarazioni del ministro Lamorgese. Un attacco politico diretto alle avanguardie di lotta e l’ennesimo tentativo di dividere le lotte degli studenti tra buoni e cattivi. Non dimenticheremo la violenza e gli abusi delle forze dell’ordine».
Le proteste degli studenti contro le offese dei professori
Ma gli studenti non solo protestano affinché si garantisca la sicurezza negli stage. Infatti, oggi il liceo scientifico Righi di Roma è entrato un’ora dopo per solidarietà alla studentessa offesa da una professoressa in classe. «Ma che stai sulla Salaria?», le aveva detto pochi giorni fa la docente entrando in aula mentre la ragazza stava realizzando un video ballando insieme a un compagno.
Il motivo di quelle parole era dovuto alla maglietta leggermente sollevata della ragazza. «Mi ha dato della prostituta e ha detto che cercavo di attirare l’attenzione dei miei compagni di classe, mercificando il mio corpo con balli sessuali», ha raccontato la studentessa.
“Benvenut* nel Medioevo” si legge in uno striscione davanti all’istituto. Nonostante il freddo di questa mattina, molti studenti si sono presentati indossando vestiti appariscenti, bermuda, minigonne e top corti, proprio per dimostrare vicinanza alla compagna di classe.
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Editor: Susanna Bosio
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