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Putin firma il decreto: stop a forniture di gas a chi non paga in rubli

Gas in rubli: Putin firma il decreto. L’Ue respinge il «ricatto»

Pagamento gas in rubli: Vladimir Putin ha firmato ieri 31 marzo un decreto presidenziale, che impone le regole di commercio, dal 1° aprile, del gas russo.

La Russia sospenderà i contratti attivi qualora gli acquirenti non pagheranno in rubli.

«Per comprare gas naturale russo, devono aprire conti in rubli in banche russe. È da questi conti che i pagamenti saranno fatti per il gas consegnato a partire da domani». Un mancato pagamento da parte dei Paesi ostili sarà considerato «un’insolvenza da parte degli acquirenti con tutte le conseguenze che deriveranno», ha sottolineato il Presidente russo.

«Nessuno vende niente gratis e non faremo la carità».

Putin firma il decreto per pagare il gas in rubli

Negli ultimi giorni la Russia aveva fatto un passo indietro, dopo le dichiarazioni di una settimana fa dello zar di pagare il suo gas in rubli. «Ci vorrà tempo. Ci sono delle questioni tecniche da sistemare» aveva annunciato il portavoce del Presidente russo, Dmitry Peskov.

Ma ieri 31 marzo, Vladimir Putin ha siglato un decreto, che, al contrario, obbliga i paesi occidentali, considerati ostili, a pagare il gas russo in rubli. «I contratti saranno bloccati» ha sottolineato il presidente del Cremlino.

I pagamenti potranno essere effettuati ancora in euro o in dollari. Per il cambio della valuta ci penserà poi Gazprombank. La banca non è sottoposta a sanzioni.

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Entro 10 giorni la banca centrale russa determinerà la procedura per l’apertura speciale di conti per gli acquirenti esteri di gas. Il decreto sul pagamento del gas in rubli prevede anche la possibilità di esenzioni da parte del Cremlino, anche se, quest’ultimo non ne spiega i criteri. I casi in cui sarà autorizzato il pagamento non in rubli – spiega la Tass – saranno individuati dalla commissione governativa che vigila sugli investimenti stranieri.

  • «si concede alla Commissione governativa per il controllo degli investimenti esteri nella Federazione Russa l’autorità di rilasciare autorizzazioni per l’adempimento da parte di acquirenti esteri degli obblighi nei confronti dei fornitori russi di pagare le forniture di gas naturale senza rispettare la procedura prevista dal presente decreto»;
  • «Il Consiglio di Amministrazione della Banca Centrale della Federazione Russa, entro 10 giorni, assume le decisioni necessarie».

Gas in rubli: Putin sigla il decreto, ma l’Ue respinge il ricatto

Vladimir Putin ha deciso di siglare il decreto per il pagamento del gas in rubli. Ma l’Unione europea non si tira indietro e respinge il ricatto dello zar.

Olaf Scholz e Mario Draghi hanno avuto una conversazione telefonica ieri sera, 31 marzo, per cercare di mantenere un approccio unitario sulla questione, continuando sulla via delle sanzioni.

Germania e Francia considerano la scelta di Putin di firmare il decreto un «ricatto». Bisogna «prendere in considerazione tutti gli scenari, dobbiamo prepararci perché domani potrebbe non esserci più il gas russo» ha detto il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire in conferenza stampa con l’omologo tedesco Robert Habeck al termine di un incontro bilaterale.

«È determinante che i contratti siano rispettati, eviteremo di dare segnali che saremo oggetto di ricatto da parte di Putin, lo eviteremo a tutti i costi» hanno aggiunto, sottolineando che le forniture di gas verranno pagate con la valuta concordata nei contratti e non in rubli.

Sarà poi lo zar a decidere se bloccare totalmente le forniture di gas o accettare una mediazione.

Il ministro della Transizione energetica Cingolani sostiene che le riserve del Paese consentono di mandare avanti l’Italia «anche in caso di brusche ed improbabili interruzioni delle forniture russe».

 

Editor: Vittoria Ferrari

 

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