Putin confermato presidente: vittoria con l’87% dei voti
News

Putin minaccia l’Occidente ma è in difficoltà

Ieri da Vladivostok il presidente russo ha minacciato l’Occidente e ha detto che è impossibile isolare la Russia, ma i nuovi dati, dopo mesi di guerra, suggeriscono il contrario

Il piano europeo per riempire gli stoccaggi di metano da fornitori diversi dalla Russia prima dell’inverno sta funzionando, nonostante il prezzo alle stelle che inevitabilmente sta creando molti problemi, al punto che Putin ieri è tornato a minacciare l’Occidente. Secondo anche gli USA il leader russo è in difficoltà, come affermato dal Dipartimento di Stato su La Repubblica.

Putin, l’Occidente e il gas

A far scatenare un ennesimo round di minacce contro l’Europa e l’Occidente intero da parte di Vladimir Putin è stata la proposta di imporre un tetto al prezzo del gas russo. Da Vladivostok Putin ha affermato che la Russia ha solo guadagnato in termini di sovranità dalla guerra in Ucraina e che è “impossibile isolare la Russia”.

Ma questo non convince il Dipartimento di Stato USA cha ha commentato così: “Nonostante i commenti del presidente Putin all’Eastern Economic Forum, la Russia sta pagando un prezzo pesante per la sua guerra, che continua a comportare un aumento dei costi: decine di migliaia di soldati russi uccisi, 14 milioni di cittadini ucraini costretti a fuggire dalle loro case, città storiche ridotte in macerie, scarsità di cibo, prezzi alle stelle in tutto il mondo, tutto perché Putin è determinato a conquistare un altro Paese”.

Anche secondo lo staff delle forze armate ucraine le perdite russe sono considerevoli sia in termini di perdite umane che di armamenti. “Le perdite totali in combattimento del nemico dal 24/02 al 08/09 sono approssimativamente: 51.250 soldati russi uccisi, 2,112 carri armati distrutti, 4557 veicoli corazzati, 239 aerei, etc”. Nelle ultime settimane le forze ucraine stanno aumentando la pressione e stanno pian piano riconquistando aree soprattutto nell’area di Kherson.

 

L’attacco veemente, che ha definito il piano del “price cap” al gas “stupido”, è un segnale che lo “zar” è in difficoltà per via dell’economia che stenta a causa delle sanzioni. “Si prevede che la guerra di Putin annullerà gran parte dei guadagni economici della Russia negli ultimi 15 anni.

L’Fmi stima un calo del 6% del Pil russo nel 2022, con alcuni analisti privati che prevedono contrazioni ancora più marcate, fino al 15%. La Russia è stata tagliata fuori dai mercati del debito sovrano e il 26 giugno è stato riportato il suo default”, dice il Dipartimento di Stato USA a La Repubblica.

La Russia ha utilizzato il gas e la fornitura dello stesso alla “dipendente” Europa, Germania in primis, fin all’inizio del conflitto come arma per tenere buona Bruxelles e tutti i Paesi per evitare un’intromissione in Ucraina. Ora la Germania è riuscita a riempire circa l’86% degli stoccaggi e l’Italia circa l’84% ricorrendo ai nuovi contratti stipulati dal governo Draghi con svariati Paesi Africani.

Ciononostante la minaccia di interrompere la totale fornitura di gas spaventa perché senza quel gas bisognerebbe tagliare i consumi del 15% circa. Il governo si sta già preparando con un piano di riduzione dei consumi dai riscaldamenti alla cottura della pasta a fuoco spento.

Il tetto al prezzo del gas ha la duplice funzione di proteggere le famiglie e le aziende europee dall’aumento delle bollette di luce e gas e quello ti tagliare le entrate russe con cui Putin finanzia la guerra. “Senza un limite di prezzo, abbiamo visto aumentare le entrate russe dal petrolio, anche se le esportazioni sono diminuite perché la loro guerra ha causato prezzi più alti a livello globale. Il cap assicurerà che la Russia guadagni meno dalle esportazioni, contribuendo a mantenere il flusso di petrolio russo sui mercati mondiali, ma ad un prezzo inferiore”.

Isolamento

Putin ritiene che la Russia non possa essere isolata. Tralasciamo lo scenario politico e geopolitico della faccenda e vediamo se non può essere isolata o staccata dall’Europa per quanto riguarda il metano. Putin vuole fare affidamento ai nuovi mercati asiatici, soprattutto la Cina, per vendere l’unico asset redditizio russo.

Al momento esiste un solo gasdotto che collega la Russia alla Cina, il cosiddetto “Power of Siberia 1”, entrato in funzione nel 2019. Questo gasdotto però non trasporta lo stesso gas che viene trasportato in Europa e quindi la possibilità di cambiare principale cliente nel breve termine è impossibile. Un secondo gasdotto che dovrebbe passare dalla Mongolia, il “Power of Siberia 2”, è stato proposto dalla Russia ma al momento non è neanche in costruzione.

Leggi anche:

Putin da Vladivostok: “impossibile isolare la Russia

Gas russo, dalla “tempesta globale” alle borse in calo

Il piano del governo per affrontare l’inverno e risparmiare su luce e gas

 

Editor: Lorenzo Bossola

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÙ!