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Putin verso la sconfitta: ora opta per la prudenza, ma cosa succederà nei prossimi mesi?

Putin dovrà rassegnarsi alla sconfitta: cosa si prevede per i prossimi mesi

Il discorso pronunciato ieri dal presidente russo, in occasione dei festeggiamenti del 9 maggio, ha destato una certa sorpresa, specialmente per i toni piuttosto cauti e prudenti che ha utilizzato. Nessuna vittoria dichiarata e nessun allargamento del conflitto contro la Nato. Eppure, la guerra continua con nuovi bombardamenti sul territorio ucraino. A questo punto, come pensano alcuni analisti, Putin deve solo più scegliere tra diverse tipologie di sconfitta.

Cosa potrebbe succedere nei prossimi mesi fino al raggiungimento della pace?

Cosa ha omesso Putin nel discorso: segnali di sconfitta?

Nel suo discorso il presidente russo ha sicuramente detto molto meno rispetto a quanto ci si aspettasse. Ha continuato a chiamare la guerra in corso come un'”operazione speciale“, ha accusato l’Occidente di averla provocata perché stava minacciando i confini russi e ha anche specificato di non volere una “guerra globale“. Tuttavia, questo non può essere considerato un buon segnale.

Il politologo Ian Bremmer, fondatore di Eurasia Group, ha spiegato che Putin non ha voluto citare l’Ucraina nel suo discorso semplicemente perché “per lui non esiste“. “La cosa migliore che avrebbe potuto fare – ha detto – era dire che ha vinto. È falso, ma se lo avesse detto poteva portare ad un cessate il fuoco. Invece non l’ha fatto”. Un segnale chiaro: non dichiarando vittoria fa capire che per il momento la guerra va avanti e non ha alcuna fretta di concluderla.

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I dettagli del discorso di Putin

Gli analisti occidentali, dunque, hanno cercato di individuare ogni singolo dettaglio che andasse al di là delle parole pronunciate da Putin. Dal plaid posizionato sulle ginocchia una volta seduto in tribuna, al braccio destro immobile mentre camminava. Ma anche l’assenza del capo dello Stato maggiore, Valery Gerasimov, di cui era stato smentito pochi giorni fa il ferimento nella zona orientale dell’Ucraina.

Inoltre, ha incuriosito l’assenza della lettera Z, simbolo dell’operazione speciale russa. La giornata si è caratterizzata per la presenza di moltissime bandiere rosse sovietiche, ma anche per non poche proteste e scritte “no alla guerra” per le strade delle città.

Putin dovrà optare per la sconfitta: ecco cosa potrebbe succedere

Intanto, le battaglie sul campo continuano. Putin a febbraio aveva immaginato una guerra lampo di 72 ore o poco più, ma a differenza delle sue precedenti invasioni dal 2008 in poi, questa volta gli è andata male. Un po’ per la consistenza dell’esercito avversario e un po’ per il grande numero di aiuti militari dall’Occidente. Nelle prossime settimane, le armi in arrivo dall’Europa e dagli Stati Uniti daranno ancora maggiori aiuti a Kiev, che sarà in grado così di resistere probabilmente fino all’autunno, impedendo a Mosca di progredire nel Donbass.

Con il passare dei mesi, tuttavia, Putin si ritroverebbe senza più niente in mano. Non avrebbe più nulla da offrire al suo popolo in cambio del dispendio di energie militari ed economiche usate per l’invasione e di fronte ai danni provocati dalle sanzioni occidentali. Come affermano alcuni esperti, come Michael Clarke del King’s College di Londra, il capo del Cremlino sarà ridotto a scegliere solo più tra differenti tipologie di sconfitta, sul piano militare o diplomatico.

 

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Editor: Susanna Bosio

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