Musica,  Spettacolo

QUELLO SCOMODO VIDEO “REFUGEES IN”

Le Pussy Riot non si fermano. Per solidarietà ai rifugiati che rischiano di vedersi chiudere le frontiere da parte di alcuni stati dopo i violenti attenti compiuti venerdì scorso 14 novembre, le femministe punk rock russe hanno messo in rete il loro ultimo video, Refugees In. Girato da Ralf Schmerberg il giorno della chiusura del grottesco luna park di Banksy, Dismaland.

In cui fra un mix di manganellate di attori/poliziotti a finti manifestanti e testi infuriati si è ripresa l’ennesima contestazione politica delle Pussy Riot. Ora più che mai attive e pronte a scendere in piazza, ancora una volta, per proclamare il loro dissenso alla politica a vantaggio dell’umanità.

Secondo le recenti dichiarazioni della punk rock Nadja Tolokno la canzone, che è stata scritta in soli due giorni ed è stata ispirata da un incontro tra le Pussy Riot e un giovane rifugiato del Sudan, non è altro che la prima di una serie di canzoni scomode. Come i videoclip che le accompagneranno. Affinché «Il momento di dolore della morte ci insegni ad aiutare e dimostrare una reale compassione gli uni per gli altri e non a cercare vendetta, guerra e odio» dichiara la Tolokno a Rolling Stones

 

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