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Spettacolo,  Cinema

Questa sera in tv: Hunger games 2017

Alle 21.10 su Italia 1 una delle migliori creazioni fanta-distopiche dell’ultima generazione:

“Hunger Games”. Gli ingredienti di un successo

Siamo in un ipotetico futuro orwelliano, il mondo è diviso tra ricchi e disperati e la giovane Katniss Everdeen, che fa sfortunatamente parte della seconda schiera, sceglie di rischiare la propria vita rimpiazzando la sorella nell'”Hunger Games”: una competizione televisiva in cui due teenagers, per ognuno dei dodici distretti di Panem, (nazione immaginaria ma evocativo richiamo alla formula latina “Panem et circenses’”) sono costretti a combattere fino alla morte.

‘Hunger Games’ è un film che ha avuto un largo uccesso perché è riuscito ad attrarre un pubblico di giovani e adulti grazie all’acuta combinazione di elementi propri del filone del cinema d’azione e l’elemento paranoico legato al futuro, un ‘horror vacui’ che tocca ogni età.

Il film di Gary Ross parla di un gioco assai pericoloso, un gioco che è metafora della vita umana e rappresentazione della conflittualità e ferocia tribale insita nella nostra specie, elemento rimosso finché non viene richiamato alla superficie come inevitabile risorsa per la sopravvivenza.

Questa istanza ‘primitivistica’, nel film, si coniuga alla perfezione con l’ultramoderno tema della spettacolarizzazione: il gioco all’ultimo sangue è infatti trasmesso in diretta televisiva e il destino dei combattenti dipende, oltre che dalle proprie abilità cacciatrici e venatorie, dal loro ‘appeal’ sugli spettatori da casa, così come abbiamo visto in una delle puntate più ciniche della serie tv inglese ‘Black Mirror’ “15 milioni di celebrità”.

A diventare eroina del gioco è l’incantevole arciera Jennnifer Lawrence: fredda alle lusinghe degli apprezzamenti tv, virginale come un’eroina greca o, meglio, come un Arianna che scorna il Minotauro. La caccia e la messa in visione di un scorcio di terribile futuro sono componenti chiave anche dell’ultimo film di Yorghos Lanthimos, ‘Lobster, il quale, pur in uno stile anarchico da teatro dell’assurdo, si spinge ancora più in là nel raccontare (e immaginare) la follia dell’essere umano quando si irrigidisce in regole e in clan.

“Hunger Games” ha sedotto tutti, anche per la sue proprietà terapeutiche anti-Twilight: il velo pietoso dell’amore e delle debolezze adolescenziali non coprono come una crema zuccherosa le vere tendenze predatorie dell’uomo. Il film ha avuto un sequel nel 2013: “Hunger Games: La ragazza di fuoco”.

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