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Quirinale 2022: Mario Draghi scende in campo, l’obiettivo è salvare il governo

Quirinale 2022: due giorni per salvare Mario Draghi, cosa succederà?

Quirinale 2022. Ieri si è conclusa la prima giornata di votazioni con 672 schede bianche e 49 nulle. Come annunciato da Roberto Fico, oggi si procederà con il secondo scrutinio alle 15.

Mario Draghi, nel frattempo, è sceso in campo con l’obiettivo di salvare l’eredità del proprio governo e scongiurare l’aggressione dei mercati finanziari sul nostro Paese. Oggi, infatti, ha iniziato già un giro di chiamate e di contatti con i leader della maggioranza. L’obiettivo? Cercare di trovare qualcuno che lo sostituisca al governo nel caso dovesse salire al Colle.

Elezioni al Quirinale 2022: Draghi corre per il Colle

È il segnale che il mondo della politica chiedeva da giorni, ma è anche la conferma che Mario Draghi è intenzionato a correre per il Colle. Oggi il premier, dopo giorni da osservatore esterno, scende in campo in prima persona e apre le porte di Palazzo Chigi per incontrare i segretari di partito. Nell’ordine del giorno c’è trovare il modo di mantenere in piedi un governo dove non sia lui alla guida.

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Draghi incontra Matteo Salvini, che sembra ricoprire un ruolo decisivo nella partita quirinalizia. Ma sente anche Enrico Letta e Giuseppe Conte. E riflette sull’opportunità di chiamare Silvio Berlusconi, considerate le sue condizioni di salute. Questo primo giro di consultazioni è destinato a proseguire per tutta la giornata di oggi.

Il premier vuole però procedere con prudenza. Sono i partiti a dover trovare un accordo sul governo, se mai fosse lui il successore di Sergio Mattarella. Ma al momento Draghi non vuole fare nomi, preferisce rinviare la questione al momento giusto.

Quirinale 2022: tutelare Mario Draghi

Nei dialoghi aperti dal Presidente del Consiglio emergono anche i primi paletti. Infatti, se sale al Quirinale un presidente di parte, la maggioranza dell’unità nazionale sarebbe finita e l’esecutivo cadrebbe. Il timore del premier è quello di rimanere schiacciato dai numerosi giochi di partito. E infatti, Enrico Letta non fa altro che ripetere nelle ultime ore che ora “la priorità è tutelare Mario Draghi”.

Sono due le strade. O si elegge convintamente Draghi al Quirinale o si trova un’intesa per un presidente super partes, che permetta all’ex banchiere di rimanere saldamente alla guida del governo.

Gli umori, dunque, sono di ogni tipo. C’è chi spera che alla quarta votazione possa uscire il nome di Mario Draghi. E c’è chi invece ritiene troppo alto il muro alzato da Forza Italia, Lega, Conte, ma anche da Franceschini, Orlando e Bettini. Anche all’interno del PD, il cui segretario è il più grande tifoso di Draghi, sembra diffondersi un calo di popolarità della figura del premier sia come Presidente del Consiglio sia come Presidente della Repubblica.

 

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Editor: Susanna Bosio

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