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Quirinale: sei principali candidati bipartisan, chi è a favore e chi è contro

Quirinale: rimangono sei nomi di candidati

È finita anche questa quarta votazione per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Ma si è ripetuto nuovamente lo schema dei giorni precedenti. M5S, Italia Viva, PD e Leu hanno optato per la scheda bianca. Il centrodestra si è astenuto ma si è detto disposto a votare un nome di alto valore istituzionale. Se le forzature dei candidati di bandiera si stanno rivelando impossibili con i numeri di ogni schieramento, anche i nomi dei candidati bipartisan per il Quirinale incontrano non pochi problemi.

C’è una rosa ufficiosi da tenere in conto al momento. Al suo interno si trovano Mario Draghi, Elisabetta Belloni, Pier Ferdinando Casini, Giuliano Amato, Marta Cartabia e Sabino Cassese.

Mario Draghi tra i candidati per il Quirinale

L’attuale premier è appoggiato da quasi tutte le forze politiche, ad eccezione di Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni e di Sinistra Italiana con Nicola Fratoianni. Matteo Salvini ribadisce ormai da settimane che non vuole prendere in considerazione l’elezione di Draghi al Colle. Sulla stessa linea si trovano anche Giuseppe Conte e Forza Italia.

A favore dell’ascesa al Quirinale di Draghi sono, invece, il PD e una parte del M5S, quella più legata a Luigi Di Maio. Ma ciò che costituisce il maggiore ostacolo per la sua strada verso il Colle è il dopo-Draghi. Come si potrebbe evitare la fine anticipata della legislatura?

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Quirinale, tra i candidati c’è Elisabetta Belloni

Donna dei primati, è stata la prima a dirigere il Dipartimento per l’informazione e la sicurezza. La pima a guidare l’Unità di crisi della Farnesina, ma anche la prima a dirigere la Cooperazione allo sviluppo e primo capo di gabinetto per il ministro degli Esteri.

Le vengono riconosciute importanti relazioni internazionali e grande capacità di gestione da parte di Salvini, Letta, Meloni e Conte. Ma la contrarietà diffusa riguarda il fatto che, in caso di una sua elezione, si avrebbero due figure tecniche ai vertici dello Stato: Draghi a Palazzo Chigi e Belloni al Colle.

Pier Ferdinando Casini

Il suo principale sponsor è Matteo Renzi, che si è dedicato ultimamente alla sua candidatura tentando di allargare la tela anche verso il centrodestra ed Enrico Letta. Dalla sua parte, quindi, ci sono i centristi di Italia Viva. Secondo il PD non è la prima opzione, ma potrebbe essere una scelta obbligata in caso di assenza di altre proposte.

Contraria è forse Giorgia Meloni, che lo giudica un “trasformista” per i diversi partiti a cui ha aderito nel corso della sua carriera. Il no è arrivato anche da Matteo Salvini e dalla corrente Di Maio dei Cinque Stelle.

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Giuliano Amato nei candidati per il Quirinale

Un nome circolato molto negli ambienti del Colle negli ultimi anni. Giudice costituzionale e, se non verrà eletto Capo di Stato, sarà presidente della Consulta. Due volte premier, ministro del Tesoro e per le Riforme Istituzionali. Ministro dell’Interno con Prodi, nel 2015 è il nome che Berlusconi avrebbe voluto al posto di Sergio Mattarella.

A suo favore c’è Forza Italia. Il PD di Letta non si è dimostrato contrario. Ma il no arriva a da Lega, 5Stelle e Fratelli d’Italia.

Marta Cartabia

Prima donna presidente emerita presso la Corte Costituzionale. A suo favore sono Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ma anche i renziani e il PD. Ma i grandi elettori le rimproverano di avere una scarsa esperienza politica.

Si sono detti contrari i Cinque Stelle, che le attribuiscono la colpa di aver scardinato la riforma del proprio ministro Alfonso Bonafede sulla prescrizione.

Sabino Cassese

Figura super partes rientrata nella rosa dei nomi nelle ultime ore. Riconosciuto da ogni forza politica come una personalità di altissimo profilo. Il Partito Democratico ne valorizza l’esperienza di ministro durante il governo Ciampi. Piace a Fratelli d’Italia per la sua apertura sulla riforma istituzionale a livello presidenziale. E Forza Italia non pone ostilità.

Ma si trovano contrari i Cinque Stelle. Durante il governo di Conte, infatti, le sue critiche furono molto dure nell’uso dei Dpcm da parte del premier.

 

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Editor: Susanna Bosio

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